Ecco quanto scriveva nel 1399 Thomas Arundel, Arcivescovo di Canterbury e Primate dell’Inghilterra, in una lettera pastorale ai suoi suffraganei. Dietro precisa indicazione del Re Enrico IV, l’Arcivescovo stabiliva che tutte le campane del Regno dovevano suonare all’alba e al tramonto per richiamare i fedeli alla preghiera dell’Angelus.
La “Dote di Maria” - Thomas Arundel si riferiva alla forma più caratteristica di devozione mariana in Inghilterra: la consacrazione del Regno a Maria Santissima come sua dote – Our Lady’s Dowry – fatta risalire al tempo di Sant’Edoardo I il Confessore (Islip [Oxfordshire], 1002 circa – Londra, 5 gennaio 1066), in carica dell’8 giugno 1042 e incoronato il 3 aprile 1043, che si definiva “Vassallo della Vergine”.
Un quadro conservato nel Collegio inglese di Roma verso la metà del secolo XVII rappresentava Riccardo II (Bordeaux, 6 gennaio 1367 – Pontefract, 14 febbraio1400) in carica dal 22 giugno 1377 al 29 settembre 1399 nell’atto di offrire il Regno a Maria con sotto la scritta: «Dos tua, Virgo pia, haec est. Quare rege, Maria» (Questa è la tua dote, Vergine Pia, Tu perciò regna, Maria).
La spiccata devozione mariana degli inglesi trovava il suo cardine nel santuario di «Nostra Signora della Santa Casa» di Walsingham, a nord della contea di Norfolk.
Un’apparizione mariana in terra inglese
Un manoscritto del secolo XV, che trascrive la Walsingham Ballad, fa risalire le origini del Santuario al 1061. Rimasta vedova, la signora di Walsingham, Lady Richeldis de Faverches, decise di dedicare la propria vita alla Madonna.
Questa le apparve in sogno e la trasportò in spirito a Nazareth, facendole vedere la Santa Casa in cui l’Arcangelo Gabriele aveva annunciato l’Incarnazione del Verbo.
La Madonna ordinò a Lady Richeldis di prenderne le misure per poter ricostruirla nella sua proprietà. Disse la Madonna: «Qui le persone devono celebrare l’Annunciazione, la radice della redenzione gratuita dell’umanità. Qui ricorderanno la grande gioia che ebbi quando fui salutata dall’Arcangelo Gabriele, il quale mi disse che per la mia umiltà sarei stata Madre di Dio. Qui i pellegrini troveranno sollievo per i loro bisogni.
Chiunque mi invocherà con fede non se ne andrà a mani vuote».
Questo sogno si ripeté per ben tre volte.
La pia donna convocò subito carpentieri e muratori e ne realizzò la prima cappella in legno, sostituita poco dopo dall’altra in muratura che fu donata all’Abbazia di Downside.
Alla morte di Lady Richeldis suo figlio Lord Geoffrey prese in mano la proprietà. Fervente cattolico, nel 1096 egli partì per la crociata.
Non potendo recarsi in Terra Santa,
molte persone cominciarono ad andare
alla Santa Casa di Walsingham
per venerarvi la Madonna come a Nazareth.
Il Santuario divenne presto un tale centro di pellegrinaggio, rivaleggiando con Terra Santa, Roma e Santiago di Compostella. I miracoli cominciarono a moltiplicarsi. Lo stesso Re Edoardo I (Westminster, 17 giugno 1239 – Burgh by Sands, 7 luglio 1307) in carica dal 16 novembre 1272 fu salvo da mortale pericolo dopo aver invocato la Madonna di Walsingham.
A partire da Riccardo I Cuor di Leone (Oxford, 8 settembre 1157 – Châlus, 6 aprile 1199) in carica dal 6 aprile 1189 e incoronato il 3 settembre successivo,
tutti i Re e Regine d’Inghilterra
hanno pregato a Walsingham.
Edoardo I vi si recò ben 11 volte.
Prima del catastrofico Scisma Protestante, anche Enrico VIII frequentò il Santuario della Loreto Britannica, e, come gli altri pellegrini, andava umilmente alla Slipper Chapel per confessarsi. Anche i Re scozzesi, a partire da Robert Bruce ovvero Roberto I di Scozia (Ayrshire, 11 luglio 1274 – Cardross, 7 giugno 1329), in carica dal giorno dell’Incoronazione del 25 marzo 1306 erano soliti recarsi alla Vergine Annunziata a Walsingham. Nel 1153 il Santuario fu affidato ai Canonici Regolari di Sant’Agostino che vi costruirono il loro convento con la magnifica Chiesa Prepositoriale nella parte centrale. Nel 1340 a un miglio di distanza fu costruita l’altra cappella chiamata Slipper Chapel – Cappella dei sandali – in cui i pellegrini lasciavano le scarpe per percorrerne a piedi nudi l’ultimo tratto. Pellegrino nel 1514 per esaudire un voto fatto alla Madonna, Erasmo di Rotterdam (Ivi, 27 o 28 ottobre 1466 aut 69 – Basilea, 12 luglio 1536) così descrive il Santuario:
«Contemplandolo si ha l’impressione dell’arco celestiale,
tanto è il brillio delle pietre preziose, dell’oro e dell’argento. (…)
La Madonna è alla destra dell’altare,
una piccola statua in legno policromo».
La distruzione ad opera dei protestanti
Con l’affermazione della Pseudo-Riforma protestante, la devozione mariana in Inghilterra soffrì la deleteria battuta d’arresto. Nel 1534 i Canonici Regolari di Walsingham furono tra i primi a piegarsi alla prepotenza di Enrico VIII, firmando l’«Atto di Supremazia» che dal 3 novembre – 18 dicembre 1534 lo riconosceva quale Capo Supremo della Chiesa Inglese.
Nel 1538
la blasfema truppaglia wycliffita
del Re eresiarca
distruggeva il convento
e radeva al suolo il santuario,
non prima di averlo spogliato
di tutte le sue ricchezze.
Il vice priore Nicholas Milcham, ormai contrario all’immedicabile intesa sacrilega coi protestanti, veniva martirizzato mentre il suo corpo era appeso alla facciata.
L’effige della Madonna
fu portata a Londra
e bruciata in piazza pubblica
«per cancellare l’idolatria»,
come scriveva sul 1538
lo storico John Stowe
(1524/25 – 5 aprile 1605).
La vecchia ballata, «The wreck of Walsingham», canta lo sgomento dei cattolici nel vedere la distruzione del Santuario a loro sì caro: «Bitter, bitter, o to behold the grass to grow where the walls of Walsingham so stately did show» (O quanto è amaro contemplare l’erba crescere laddove si erigevano maestose le mura di Walsingham!).
I cattolici inglesi, tuttavia, non dimenticarono mai la Madonna di Walsingham, e non pochi alla sfuggita si recavano a pregare presso la Slipper Chapel, prima trasformata [dal Cesarismo riformato] in casa di abitazione, poi in fucina, in pagliaio ed infine in stalla.
Ma la Provvidenza aveva ancora grandi progetti.
Nell’Anno 1863, Charlotte Boyd, la ricca signora convertita dal protestantesimo, acquistò la proprietà della Slipper Chapel, con l’intenzione di ripristinarne il culto. Ella ne affidò il restauro alla Guild of Our Lady of Ransom.
Fu realizzata la statua in legno, copia fedele dell’originale, seguendo il modello di un vecchio sigillo del Santuario, oggi conservato nel British Museum.
Nel 1897, riconoscendole il carattere di Santuario Mariano, Papa Leone XIII autorizzò di nuovo i pellegrinaggi. Il primo pellegrinaggio pubblico ebbe luogo il 20 agosto 1897, ma per quasi un’intera generazione questa devozione suscitò poco entusiasmo.
Il motivo era chiaro. Sottomessi per più di 300 anni alla brutale persecuzione dei protestanti, i cattolici inglesi si erano ormai abituati ad uno stile di devozione discreto e quasi familiare.
Quando, sull’onda del Movimento di Oxford che desiderava riportare la Chiesa Anglicana verso la tradizione cattolica apostolica, il Cardinale Henry Edward Manning (Totteridge, 15 luglio 1808 – Londra, 14 gennaio 1892) già pastore della Chiesa anglicana che si convertiva al Cattolicesimo Romano divenendo Arcivescovo di Westminster, ed altri ancora cercarono di ripristinare le processioni, i pellegrinaggi ed altre forme di devozione pubblica, i loro sforzi non furono apprezzati da tutti.
Di conseguenza, la restaurazione del Santuario di Walsingham ebbe inizialmente poco impatto sul cattolicesimo inglese.
Bisognerà aspettare fino al 1934 perché la Cappella fosse eretta come Santuario Nazionale dal Vescovo di Northampton, insieme agli altri vescovi d’Inghilterra e del Galles. Dopo 400 anni il 15 agosto 1934 vi si celebrò la prima Santa Messa. Due giorni dopo il 17 agosto 1934 il Cardinale Francis Alphonsus Bourne (Clapham, 23 marzo 1861 – Londra, 1º gennaio 1935) vi accompagnò 10.000 pellegrini. Il 15 agosto 1954 il delegato pontificio lo statunitense Mons. Gerald Patrick Aloysius O'Hara (Scranton, 4 maggio 1895 – Londra, 16 luglio 1963) incoronò canonicamente la Madonna. Il culto alla Madonna di Walsingham riprendeva così il suo tradizionale posto nella devozione degli inglesi.
Pochi istanti dopo la cerimonia dell’incoronazione nell’Assunzione del 1954 due colombe bianche scesero sul grembo del simulacro, che era considerato miracoloso dai devoti [A. Reluctant Sinner, The Guild of Blessed Titus Brandsma: England's Nazareth: Our Lady of Walsingham's solemn crowning in 1954 is often referred to as the "miracle of the doves", su The Guild of Blessed Titus Brandsma; Walsingham - National Pilgrimage (1954), su youtube.com.
La cerimonia di incoronazione del 1954 è stata accompagnata da piloti britannici e americani, che hanno assicurato la sicurezza dell’evento, e devoti che hanno percorso a piedi nudi l'"Holy Mile" che conduceva al santuario. La convertita al Cattolicesimo dall’anglicanesimo Miss Charlotte Pearson Boyd (1837 –1906), comprato l’edificio dal proprietario della fattoria nel 1896, lo restaurava e ne donava la cappella all’Abbazia Benedettina di Downside a Stratton-on-the-Fosse nel Somerset consacrata nel 1876 per uso cattolico [Badone, Ellen. e Roseman, Sharon R., 1963, Intersecting journeys : the anthropology of pilgrimage and tourism].
Il 6 febbraio 1897 la cappella veniva ristabilita come santuario che autorizzava la venerazione pubblica dell’immagine col rescritto papale di Leone XIII venendo restaurata nel 1904 da Thomas Garner. La custodia del Santuario è attualmente affidata ai Padri Maristi di San Marcellin Champagnat, (Marlhes [Alvernia-Rodano-Alpi], 20 maggio 1789 – Saint-Chamond [Idem], 6 giugno1840).
Anche oggi molti pellegrini attuali rimuovono le scarpe nella Slipper Chapel e percorrono l'ultimo miglio, chiamato «Holy Mile» (Miglio Sacro), a piedi nudi.
La Slipper Chapel contiene la statua in pietra della Vergine Maria scolpita da Marcel Barbeau la quale fu portata a Wembley per essere benedetta da Papa Giovanni Paolo II quando visitò l’Inghilterra il 29 maggio 1982.
Ogni anno, l’8 settembre, in occasione della festa della Natività della Vergine, la statua della Madonna di Walsingham viene trasportata per diverse miglia dalla processione che inizia dalla Slipper Chapel.
Oggi il complesso che circonda la Slipper Chapel comprende la Cappella della Riconciliazione, costruita nel 1982, che può ospitare fino a 350 persone e può essere aperta verso l'area di pellegrinaggio in occasione di cerimonie più grandi, inoltre dispone di una libreria e della sala da té.
«Caro Christi, caro Marie» [la carne di Cristo è la carne di Maria] – L’Arcivescovo Thomas Arundel (Etchingham, 1353 – 19 febbraio 1414), sarà l’energico oppositore dei Lollardi, movimento terroristico nato dalle idee sediziose dell’Eresiarca prete rinnegato John Wycliffe che con la sua opera «De Eucharistia» nel 1379 nega il dogma della Transustanziazione. Poiché i Flavii sotto i quali Jawé ha distrutto il Tempio di Gerusalemme, nel Cesarismo templarista vengono considerati i Primi Cesari dell’Era cristiana il 23 giugno del 79 muore il sabino abruzzese italico Vespasiano ed il 24 giugno seguente sale il figlio Tito: siamo nel XIII Centenario. Nel 1401 Enrico IV (Bolingbroke, 3 aprile 1367 – Westminster, 20 marzo1413) in carica dal 30 settembre 1399, ben informato da Arundel, il 10 marzo 1401 approva lo statuto «De Heretico Comburendo» iniziato il 20 gennaio 1401, diretto contro la nuova setta che chiede ai vescovi di individuarne ed arrestarne gli adepti. Sarà abrogato il 23 gennaio 1559 da Elisabetta I Tudor che il 15 gennaio precedente ha appena lasciato la cerimonia della sua consacrazione prima della Consacrazione Eucaristica. Nel 1407 Arundel presiede il Sinodo a Oxford, che approva diverse costituzioni per regolare la predicazione, la traduzione e l’uso delle Sacre Scritture, più l’educazione teologica nelle scuole e nell'università [“Lollards“ in the 1913 Catholic Encyclopedia]. Sarà così che nel 1410 un corpo di censori di Oxford condannerà 267 affermazioni legate agli scritti di Wycliffe. Gli arresti e le condanne a morte nei confronti degli eretici impenitenti recidivi wycliffiti proseguirono fino al regno dei Tudor. Nel 1414 il pio Arcivescovo Arundel venne colpito da malore che lo lasciò incapace di parlare venendo sostituito da Enrico V con Henry Chichele (Higham Ferrers, 1364 circa – 12 aprile 1443). Intanto Arundel moriva il 19 febbraio del 1414.
sopra: BANDIERA DEGLI INSORTI OVVERO IL SACRO VESSILLO DELLE NORDICHE CONTEE INSORTE IL 13 OTTOBRE 1536
CONTRO LA DISSOLUZIONE DEI MONASTERI AD OPERA DEI CATTIVI MINISTRI DI ENRICO VIII RECANTE LA SANTE PIAGHE DI GESÙ CRISTO.
GIÁ GHI HUSSITI WYCLIFFITI AL CONCILIO DI COSTANZA NEL 1432 AMMISERO CHE PER ESSI CONVENTI E MONASTERI ERANO OPERA DIABOLICA PERCHÉ NON RISCONTRABILI NELLA SACRA SCRITTURA
PERCHÉ IL PICCOLO PASSO GIUDICANTE LIBERALE CONTRO GLI INSORTI DI ISERNIA CHE ANDIAMO CONFUTANDO PARLA DEI DIOCESANI DI MONS. GENNARO SALADINO DI «MACABRO SABBA» OVVERO DI MACABRO RADUNO DI STREGHE «(…)
Nell’estate [dell’anno precedente ossia del] 1535 i visitatori cominciarono la loro opera e vennero inviati predicatori e “ammonitori” che dal pulpito tenevano sermoni prevalentemente su tre temi [plutocratici], infarcendo la plebe di falsità e notizie pretestuose:
• monaci e suore dei monasteri erano ipocriti e stregoni, che vivevano nel lusso commettendo ogni sorta di peccati;
• questi stessi monaci e suore sfruttavano il lavoro del popolo senza dare nulla in cambio e perciò erano un danno per l’economia dell’Inghilterra;
• se il Re avesse avuto il possesso dei beni dei monasteri, si sarebbero potute abolire le tasse per il popolo.
Durante la seconda metà del 1535 i commissari visitatori inviavano nel frattempo a Thomas Cromwell relazioni sugli scandali, di natura sessuale e finanziaria,
che affermavano falsamente di scoprire» (cfr. Lingard, op. cit., pp. 364-69).
Comunque se nel 1538 l’alter ego di Enrico VIII, Thomas Cromwell, rapina tutti gli oggetti sacri ed ex voto del celeberrimo Santuario Nazionale di Nostra Signora di Walshingam nel Norfolk nell’Inghilterra orientale, ne vieta i pellegrinaggi, lo manda in rovina, porta la statua della Vergine Santissima in pubblica piazza a Londra e – ahinoi! - la brucia quale la «strega di Walshingam», è un onore e garanzia di indiscussa santità per questi sventurati religiosi essere definiti dall’Anticristo cesarista come la Sempre Vergine.
Il Santuario verrà ricostruito da Leone XIII a partire dal 6 febbraio 1897.
COME LE ACCUSE DI STREGONERIA MONASTICA DI ENRICO VIII E THOMAS CROMWELL FOSSERO LE STESSE DI WYCLIFF E HUS - Scrive l’Abate Renato Francesco Rohrbacher alle pagine 385-86 dell’XI volume della sua memorabile «Storia Universale della Chiesa Cattolica dal principio del mondo fino ai dì nostri» [Giacinto Marietti, Torino 1865]: I boemi hussiti entrarono in Basilea il 6 gennaio 1432 (…) dimandavano una udienza pubblica, cui potessero assistere i laici. E fu loro conceduta il 16 febbraio [1432].
I boemi vi proposero i quattro articoli (…), perché erano convenuti di non andare più in là. Il cardinale legato [di papa Eugenio IV (Venezia, 11 gennaio 1383 – Roma, 23 febbraio 1447) regnante dal 3/11 marzo 1431, Giuliano Cesarini (Roma, 1398 – Varna, 10 novembre 1444), cardinale dall’8 novembre 1430] ne parve sorpreso, avendo per fermo ch’ei s’allontanavano dalla dottrina comune in molti articoli.
Di fatto i taboriti, gli orebiti e gli orfanelli s’attenevano ancora a diversi errori dannevolissimi di Hus e di Viclefo. (…)
Il legato tuttavia li accusò che fra l’altre cose ei sostenessero gli ordini dei mendicanti [ovvero i francescani e domenicani, in seguito anche carmelitani e agostiniani, definiti così in quanto si facevano portavoce dell’ideale di povertà che li spingeva a trarre unico sostentamento dalle offerte dei fedeli, anziché dalle rendite di fondi o proprietà come avveniva negli Ordini monastici che gli hussiti sterminavano ugualmente] essere un’invenzion del demonio. Procopio non negò il fatto. Questo è vero, diss’egli; perocché, se i patriarchi, se Mosè, se i profeti, se Gesù Cristo, se gli apostoli sotto il vangelo non hanno punto istituito i mendicanti, chi non vede ch’essa è un invenzion del demonio ed un’opera delle tenebre?
Questa risposta fu accompagnata da grandi scrosci di risa; ma il legato, il quale volea usar riguardo ai boemi, rispose con dolcezza che, oltre quello che aveano insegnato i patriarchi, i profeti, Gesù Cristo e i suoi apostoli, v’erano altresì i decreti della chiesa, che bisognava riverir come divini, siccome colei che è guidata dallo Spirito santo, quantunque inoltre si possa sostenere col mezzo del vangelo l’ordine dei religiosi mendicanti. (…)».
Andreas Prokop, detto Procopio il Grande o Procopio lo Sbarbato (Regno di Boemia, 1380 – 30 maggio 1434) è un presbitero ovvero sacerdote apostata militarista ceco, leader terroristico hussita dei taboriti.
Si presume provenisse dall’Ufficialità nobile di Praga.
GLI
STORICI CESARISTI CHE INNEGGIANO AL MONACHESIMO
- «Ah!
Francia, Francia! – profferisce Padre Bernardino da Monticchio
nelle Marche contro la legge laicista unilaterale di separazione
Stato e Chiesa Cattolica 9
dicembre 1905
- Tu
hai voluto
porre
al cospetto del mondo, in questi tempi, lo spettacolo immane delle
offese contro
i figli tuoi
più
buoni,
più savi, ai quali invece dovevi
non poca
riconoscenza
per quella civiltà e progresso di
cui
ti vanti!
Tu, in quel momento di aberrazione, dimenticasti
le veraci parole pronunziate dal Voltaire,
figlio
tuo traviato,
in un istante di calma e di luce:
«I
Chiostri sono recinti di santità, per cui preferisco
i Chiostri alle Corti, i monaci ai re. Non vi ha monastero che
non
racchiuda anime
grandi,
onore dell’umanità, mentre è certo che la vita
secolare
è stata sempre più oziosa, e i grandi delitti non
si sono
mai commessi
nei chiostri. Dai chiostri son venute utili
invenzioni,
e il mondo dev’esser grato all’Ordine benedettino».
Al
Voltaire si
associa
l’Oken [in realtà Lorenz Okenfuß (1
agosto 1779 a Bohlsbach,
oggi a Offenburg, Ortenau; 11
agosto 1851 a Zurigo:
filosofo naturale schellinghiano)] che
afferma:
«I
monaci furono i
primi
che coltivarono il suolo,
istruirono
il popolo, diressero
i principi, addolcirono
con la religione i costumi, senza i nostri Conventi noi non saremmo
che altrettanti
alemanni
selvaggi».
Poi
viene il protestante
inglese
Philip
Wharton
[IV barone W. (18 aprile 1613 – 4 febbraio 1696)] a
dirci:
«Senza
i monaci noi inglesi non saremmo che tanti bambini nella patria
istoria. I monaci di Montecassino si distinsero per la coltura delle
belle arti, e per l’abilità di scrittori ecclesiastici».
E
Edward
Gibbon (Putney, 8
maggio 1737 – Londra, 16
gennaio 1794)
aggiunge
in buon punto:
«Un
solo Convento di Benedettini
ha
reso più servigi alle scienze
che
le due Università di Oxford e di Cambridge».
Ed
a sua volta, il protestante
lo
storico
Erik
Gustaf Geijer (12
gennaio 1783 – 23 aprile 1847) scriveva per la verità: «I
monaci della
Svezia
coltivarono
i
campi, introdussero
l’agricoltura,
vi posero molini a vento, crearono
miniere di sale, costrussero
ponti
ed argini».
Ed
un altro tuo figlio, o Francia, traviato
nella mente e nel cuore, Ernesto
Renan
(Tréguier, 28
febbraio 1823 – Parigi, 2
ottobre 1892)
uscendo a parlare del benemerito Ordine dei Francescani, ebbe
l’animo di scrivere: «Che
cosa possiamo noi, pigmei
quali
siamo,
in confronto a quanto ha fatto di grande il serafico Francesco
di Assisi
al qual si debbono persino quei giardini che oggi adornano le nostre
ville di campagna?».
Al
repubblicano settario
Louis
Blanc (Madrid, 29
ottobre
1811 – Cannes, 6
dicembre 1882)
si associa il grande poeta tedesco Christian
Johann Heinrich Heine
(Düsseldorf, 13
dicembre 1797– Parigi, 17
febbraio 1856);
egli pure non
sospetto
di amare i frati, scrive: «Lo
spirito dei Gesuiti è
monumentale».
COME
CI SI RIAVVIERÀ VERSO IL CATTOLICESIMO SCATTERÀ LA PROIEZIONE
DELL’UFFICIALITÀ INSAZIABILE CESARISTA DI MAGIA NERA E SATANISMO
SEMPRE,SOLO E SOLTANTO SUI RESTAURATORI NATURAL-CRISTIANISSIMI!
- Alla voce William
Laud (Reading, 7
ottobre 1573 – Torre
di Londra, 10
gennaio 1645),
consultata il 30 settembre 2024 leggiamo dell’Arcivescovo di
Canterbory quale alter ego del Re Carlo I d’Inghilterra, in quanto
entrambi anglicani cattolicizzanti: «Il tentativo di William
Laud di controllare
l'intero corpo della chiesa trovò dura resistenza in Scozia,
che si ribellò con le armi in quelle che furono chiamate «Guerre
dei Vescovi» nel
1639-1640; questo evento fu la rovina di Laud: prima di chiedere
l'arresto del re, il parlamento chiese quello del vescovo, che venne
immediatamente tradotto alla Torre
di Londra. I puritani
di Oliver
Cromwell prendevano
sempre più potere e il destino di Laud era pressoché segnato.
Portato alla torre nel 1641, vi rimase fino al 10
gennaio 1645, giorno in cui fu
decapitato con l’accusa
di avere praticato la magia
nera e
il satanismo.
La sua esecuzione precedette di quattro anni quella del re Carlo I.
Sepolto nella torre, il suo corpo venne riesumato dopo
la restaurazione
monarchica e
portato al St. John's College di Oxford».
ECCO
IL CATASTROFICO DISASTRO CHE DAL 31
OTTOBRE 1517 TRAVOLGERÀ I
BENI DELLA CHIESA, DEL DEMANIO E DELLO STESSO FEUDO DATO DAL RE AL
NOBILE IN CONCESSIONE, GIAMMAI IN PROPRIETÀ -
«Per lo statuto
degli usi,
– leggiamo nella nota 35 – ossia dell’usufrutto,
si venne a significare lo statuto di trasmutare l’usufrutto in
possesso, per cui quelle persone, le quali avevano prima l’uso
semplicemente delle loro terre, e così dipendevano in gran parte dai
feudatari [che a loro volta nel mondo natural-cristianissimo avevano
i feudi in concessione dallo Stato nazionale naturale e cattolico,
giammai in proprietà senza condizioni] passavano al possesso della
terra in quel fondo stesso, di cui aveano prima l’usufrutto.
Statuto 27 Enrico VIII. 10»:
in poche parole è il momento storico in cui si afferma la
Borghesia/Nobiltà senza scrupoli!...
Seguita
John Lingard: «Fra il Re e i sollevati passarono
molti messaggi: alla fine un bando
pieno di minacce
fé nascere ne’ lor consiglj
dissensione; e quando i più ostinati si furon partiti, per unirsi ai
loro socj in Yorkshire, gli altri accettarono un plenario perdono,
fatta però dichiarazione di essersi renduti colpevoli, cedute
le armi, e promesso di sostenere
tutti i decreti del parlamento statuiti sotto il regno d’Enrico
[Speed, 1033. Herbert, 474]. Nelle altre
cinque contee la sollevazione aveva
preso un aspetto anche più formidabile».
COME
GLI INSORTI LAMENTASSERO LA PRESENZA DELL’«ALTER EGO» DI ENRICO
VIII OVVERO LA PRESENZA DEL MACHIAVELLICO WYCLIFFITA SPREGIUDICATO
THOMAS CROMWELL IL QUALE PER NATALI ERA ESATTAMENTE UNO DI LORO IN
QUANTO FIGLIO DI MANISCALCO E BIRRAIO MA SENZA DIO DINANZI AGLI
OCCHI, QUINDI RECLAMAVANO I NOBILI NATURAL-CRISTIANISSIMI QUALI
MINISTRI DELLO STATO! - «Dai
confini di Scozia al Lune e l’Humber gli abitanti si erano
generalmente obbligati con giuramento di sostenersi l’un l’altro,
«per
l’amore che portavano all’onnipotente Iddio, alla Fede, alla
santa Chiesa e per la difesa della medesima; per conservare il Re e
la sua prole; per purificare la nobiltà, e per espellere tutti
[coloro] di sangue villano e i cattivi consiglieri dalla regia corte
e dal privato consiglio; non per
alcun vantaggio privato, né
per far
dispiacere ad alcuna privata persona, né
per
uccidere o assassinare a cagion d’invidia, ma per ristabilir la
Chiesa e sopprimere gli eretici e le loro opinioni».
Lo
stesso dramma contro il quale insorgono tra i tanti altri i
reazionari di Isernia: se fosse stato vero l’odio della presunta
loro lotta di classe, certamente non avrebbero solo assaltato gli
impenitenti provocatori liberali, ma avrebbero pretestuosamente
assaltato esattamente le famiglie più facoltose ovvero gli «ottimali
cittadini» come precisa il passo contraddittorio carbonaro.
«Questa
loro intrapresa – precisa John Lingard - fu stranamente appellata
“pellegrinaggio
di grazia”:
si
dipinsero sulle bandiere
L’IMMAGINE
DI GESÙ CRISTO CROCIFISSO,
il
calice e l’Ostia,
EMBLEMI
DELLA LORO FEDE;
e
dovunque comparvero i pellegrini,
I
MONACI DSCACCIATI FURON RIPOSTI
nei MONISTERI,
e
gli abitanti furon costretti
A
GIURARE ed UNIRSI
alla LORO ARMATA.
7
NOVEMBRE 1536
LE NORDICHE CONTEE BRITANNICHE DINANZI AD ENRICO VIII – 7
NOVEMBRE 1860 VITTORIO
EMANUELE II NELLA DISTRUGGENDA CAPITALE DELLE COSIDDETTE PROVINCE
MERIDIONALI ITALIANE - «In
tali circostanze i [quaranta mila]
sollevati consentirono ad un armistizio, e destinarono alcuni
delegati a presentare le lor dimande ad Enrico, il quale aveva già
fatto intimare a’ suoi nobili di mettersi in armi e raccorsi
prersso di lui a Northampton; ma fu
persuaso dal Duca a rivocar
l’ordine, e a confidare in ciò, che avrebbe operato il terrore e
la disunione».
LINGUAGGIO
ARROGANTE AUTO-LATRICO CLASSISTA DAL SOLITO STRAPPAMENTO FARISAICO DI
VESTI DEI GALANTUOMINI PROPRIETARI RISORGIMENTALI, LINGUAGGIO DALLO
STRAPPAMENTO DI VESTI DEL PROPRIO CAPOSTIPITE SETTARIO «TEOLOGO
DISINTERESSATO» ENRICO VIII! -
Leggiamo nella Nota 38 alla pagina 400 del volume VI della «Storia
d’Inghilterra» di John Lingard
(II Edizione, tradotta da Domenico Gregorj, Tipografia del Salviucci,
Roma 1831) intorno al «pulpito
di virtù»,
che giudica nientemeno nobili, popolazioni, monaci e monache, frati e
suore… natural-cristianissimi del Regno: «Ai deputati il Re diede
una risposta scritta
da lui stesso composta. «Ella
rappresenta l’indole del
suo autore. Esso meravigliasi,
che
ignorantoni e rozzi com’erano
parlassero
di cose teologiche a lui «ch’era
pure in qualche fama di dotto; o si
lagnassero delle sue leggi, come se
dopo la sperienza di ventott’anni ei non sapesse come governare un
regno; o si opponessero
alla soppression dei monisteri, quasi che non fosse meglio di
sovvenire al capo della chiesa [ovvero a lui Enrico VIII] nelle sue
necessità, che mantenere la
infingardagine ed il
vizio dei monaci». Questa lettera
trovasi stampata in Speed, 1058, e in Herbert, 489».
VERAMENTE
AUTENTICI SOFFERENTI «DEPUTATI POPOLARI» FEDELISSIMI SENZA ALCUNA
RETORICA ESPOSTI ALL’ARBITRIO ANARCHISTA DEL TIRANNO!
- «[La suddetta risposta reale recita]: a Norfolk piena autorità di
trattare coi sollevati, e di concedere il perdono a tutti, fuorché
a dieci persone, sei nominate, e quattro innominate. Ma
questa eccezione fu motivo, che ciascun de’ condottieri temesse per
la propria vita: il perché furono rifiutate quelle condizioni; si
dié principio ad un’altra negoziazione; e parecchi deputati,
avendo prima fatto consulto con una convocazione del clero tenuta a
Pontefract, proposero le loro dimande ai regj commessari. «Ciò,
ch’essi risposero – precisa la Nota 39 – alle dimande a loro
proposte, può vedersi in Strype, I App. 179. Wilk, III, 812».
FEBBRAIO
1537 - «(…) Cotali dimande
furono subito rigettate dal Duca [di Norfolk], come dai sollevati fu
rifiutata una offerta di perdono piena zeppa di eccezioni. Questi
richiamarono tantosto de’ loro partigiani quelli, che avevano
abbandonato il campo; e se ne andò moltiplicando il numero di giorno
in giorno siffattamente, che
Norfolk, il quale paventava l’esito di un assalto [di
decine e decine di migliaia di sollevati], stimò necessario il
negoziare e col suo Sovrano e co’ suoi avversari. Alla fine egli
vince l’ostinazione dell’uno e degli altri: Enrico offerse, e i
sollevati accettarono un perdono compiuto e senza eccezioni colla
intesa però, che le gravezze di costoro si dovessero tra breve e
pazientemente discutere nel parlamento da convocarsi in York.
Se
non che il Re liberato da’ timori
TRASCURÓ
di
ATTENERE LA SUA PROMESSA;
e
dentro due mesi i pellegrini di nuovo levaronsi in armi.
Ora
però il Duca, che stanziava nel cuor del paese con un esercito
numeroso,
fu
in grado d’interchiudere le loro comunicazioni
E
DISFARE TUTTI i LORO DISEGNI.
Due
volte successive tentarono, ed altrettante venne lor fallito di
sorprendere Hull e Carlisle; il lord Darcy, Roberto Aske, e la più
parte de’ condottieri furon presi, mandati a Londra, e messi a
morte:
GLI
ALTRI a VENTI
A VENTI
impiccati
in York, Hull e Carlisle;
e
da ultimo, quando la resistenza era cessata, e soddisfatto lo sdegno
del Re [cesarista immancabilmente traditore
del proprio patto, accordo inteso
sì, ma solo per guadagnare tempo ad organizzarsi per la brutale
repressione], fu restituita la tranquillità [propria, non certo
l’inedia popolare] per la pubblicazione di un perdono generale».
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