Parlare dell'Inferno significa svuotarlo: Elisabetta I d'Inghilterra [Giuliano Lilli presbitero]
IL SEMINARIO DI DOUAY NELLE FIANDRE, SEMINARIO DEI MARTIRI DELLA CRUDELTÀ DELLA BLASFEMA TIRANNA ELISABETTA I D’INGHILTERRA - Abbiamo nientemeno sentito che Elisabetta I d’Inghilterra sarebbe morta per il suo popolo rifiutando le cure mediche. In realtà vi era poco da curare in quanto l’ossido di piombo che spargeva sul viso per nascondere le tracce devastanti del vaiolo contratto da giovinetta le procuró il cancro come lo aveva esattamente causato alle donne pagane di Alba Fucens alle pendici del Monte Velino in Abruzzi le quali lo usavano anche loro per truccarsi. Non certo Elisabetta morì sacrificatasi per i sacerdoti cattolici inglesi e gallesi espulsi per sempre dal regno, loro patria, i quali se osavano tornarvi ecco l’efferato provvedimento lampo: il primo giorno venivano arrestati, il secondo giorno processati e condannati senza appello quali nemici della patria, il terzo giorno impiccati e sbudellati al Tyburn di Londra per farli soffrire il più possibile. Il Seminario Inglese in Roma o a Douay [Doway] nei Paesi Bassi veniva non a caso definito “Seminario dei Martiri” per i tanti giovanissimi sacerdoti impiccati, sbudellati (e infine squartati ed appesi sui lampioni delle vie pubbliche) appena giunti in Patria catturati dallo spionaggio di William e Robert Cecil. Dietro finanziamenti di Filippo II di Spagna il Seminario di Douay veniva fondato nel 1561 circa e soppresso col Giacobinismo nel 1793. Vi è un film in inglese che narra il Martirio di Alexander Briant. Di oltre 300 sacerdoti di Douai inviati in missione inglese, infatti, circa un terzo è stato giustiziato. Basta con le mistificazioni filo-eresiarchico-protestanti che descrivono quale virtuosa generosa una simile blasfema carnefice! basta!
MULTE SALATE SUL PATRIMONIO DEI CATTOLICI DEL REGNO D’INGHILTERRA, GALLES E IRLANDA PERCHÉ? - Poiché i cattolici inglesi e gallesi non potevano in coscienza recarsi la domenica alla sedicente messa anglicana calvinista protestante, Elisabetta I d’Inghilterra legiferò che l’assenza doveva essere riparata con multe salate imposte dall’erario dello Stato Scismatico Trans-Manichense. Ne derivó, che, a colpi di assottigliamento dei beni familiari dovuti al numero incalcolabile di assenze, tanti cattolici britannici e gallesi finirono sul lastrico. Viene da chiedersi dove e quando mai in tutta la loro Storia ultramillenaria gli Stati Nazionali Cattolici abbiano giammai multato coloro che non si recano alla Santa Messa processando a esosi colpi di denaro le loro semplici intenzioni?!....
DIFFERENTE MA NON MENO CATASTROFICA LA SITUAZIONE DELLA TIRANNIA ELISABETTIANA ORANGISTA IN IRLANDA – Quando la sedicente Chiesa dalla legge stabilita ovvero lo Stato Eretico Scismatico Anglicano confiscò anche in Irlanda tutti i beni mobili ed immobili della Chiesa Cattolica, a differenza degli inglesi gli irlandesi erano restati per il 95% cattolici. Confiscati gli edifici ecclesiastici dai ministri statali protestanti, le popolazioni irlandesi celebravano in semplici locali profani disponibili altrove, mentre, riguardo alle decime da versare ai nuovi feudatari protestanti si rifiutavano di consegnarle. Ne deriva che le bellissime chiese usurpate cattoliche divennero letteralmente deserte col solo ministro e i quattro gatti protestanti mentre per riscuotere le decime nelle campagne lo Stato Anarchista Scismatico Britannico dovette sostenere per secoli l’Esercito Straniero Tedesco di ben centoventimila soldati. Che bello!...
Santa Maria Maddalena de' Pazzi che da Firenze vede Elisabetta I d'Inghilterra dannata sul fiume Tamigi. (Sant'Alfonso Maria de' Liguori)
DAMMI SATANA QUARANTA ANNI DI REGNO ED IO TI DO' L'ANIMA MIA
PERCHÉ DI QUEL PARADISO CHE LA MIA BLASFEMA SANGUINARIETÀ
RIEMPIE SEMPRE PIÙ DI MARTIRI NON SO CHE FARMENE!
LA VISIONE CONFERMATA DALLA INNEGABILITÀ DEI MISFATTI!...
NON DIMENTICHIAMO CHE IL NUMERO 40 È IL NUMERO BIBLICO DELLA PIENEZZA
DAI 40 GIORNI E 40 NOTTI DI NOÈ NELL'ARCA DURANTE IL DILUVIO ED ALTRETTANTI DOPO PER USCIRNE COME I 40 GIORNI E 40 NOTTI DI MOSÈ SUL SINAI PRIMA DI RICEVERE LA TORÀ NEI 40 ANNI NEL DESERTO
COME I 40 GIORNI DELLA CONVERSIONE DI NINIVE...
CHE CULMINANO TUTTI NEI 40 GIORNI DELLA QUARESIMA APPUNTO E NEI QUARANTA GIORNI DEL SIGNORE CROCIFISSO-RISORTO TRA I DISCEPOLI
IL 25 MAGGIO È LA NASCITA AL CIELO DI SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI CHE VIDE LA SQUARTATRICE, TRA LE TANTE ABERRAZIONI TIRANNICHE, DEI SACERDOTI CATTOLICI TRANS-MANICHENSI AL TYBURN REI DI MORTE SOLO PERCHÉ TALI, ELISABETTA I D'INGHILTERRA, DISPERARSI SUL FIUME TAMIGI: NON A CASO LA NASCITA AL CIELO DELLA MISTICA FIORENTINA COINCIDE NELLO STESSO GIORNO DELL'ALTRA NASCITA DEL CELEBERRIMO SANTO DELL'INGHILTERRA CATTOLICA BEDA IL VENERABILE!
SE GREGORIO VII CHE NASCE AL CIELO IL 25 MAGGIO 1085 È IL SIMBOLO INCONTRASTABILE DELL'EQUILIBRIO DI PAPATO E IMPERO IN DIFESA DALLO STRAPOTERE DEGLI ENRICO IV E V DI FRANCONIA, SE ELISABETTA I È IL SIMBOLO INNEGABILE DEL CESARISMO ESTREMO PATOLOGICO ANTI- NATURAL-CRISTIANISSIMO RIFORMATO-RIVOLUZIONARIO DA DIVENIRNE IL COPIONE INDISCUSSO (IL VATICANO POTENZA STRANIERA DA ESCLUDERE CON OGNI MEZZO) VISTA DISPERATA SUL TAMIGI DA SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI CHE NASCERÀ AL CIELO IL 25 MAGGIO 1607, SE SAN PIO DA PIETRELCINA NATO IL 25 MAGGIO 1887 AIUTA A SALVARSI IN ETERNO QUESTO RE D'INGHILTERRA CHE NON VUOLE ESSERE PROTESTANTE, QUEL PADRE PIO CHE MUORE IL 23 SETTEMBRE 1968, 841mo ANNIVERSARIO DELL'EDITTO DI WORMS CHE CHIUDE LA LOTTA PER LE INVESTITURE, SE IL SANTO ALTO SIMBOLO DELL'INGHILTERRA CATTOLICA MEDIOEVALE NATO AL CIELO IL 26 MAGGIO 735 BEDA IL VENERABILE È FESTEGGIATO IL GIORNO 25... SEMPRE NEL GIORNO 25 MAGGIO DEL 1521 CARLO V DICHIARA FUORILEGGE MARTIN LUTERO AL TERMINE DELLA DIETA DI WORMS INIZIATA IL 28 GENNAIO. IN QUESTO 25 MAGGIO POSSIAMO LEGGERE A CHIARE LETTERE LA LOTTA STORICA TRA IL CRISTO ED IL SUO NEMICO DI OGGI, DI IERI E DI SEMPRE!..
IL CATTOLICO SECONDO IL CODICE PENALE
SIA INGLESE CHE IRLANDESE
PRIVATO DEI PIÙ ELEMENTARI DIRITTI CIVILI SINO ALLA RIDUZIONE IN MISERIA
ININTERROTTAMENTE
DAL 1559 SINO AL 1828
OVVERO PER BEN 269 ANNI!...
CATTOLICO = TRADITORE DELLA PATRIA SOLO PERCHÉ TALE IN QUANTO
ASSERVITO ALLA POTENZA STRANIERA
DEL VATICANO = ACCUSA CHE NON A CASO PARTE DALL’INGHILTERRA PROTESTANTE PER PASSARE NELLA FRANCIA GIACOBINA IN POI DA ROBESPIERRE A ENVER HOXHA, DA CAVOUR A POL POT, DA BISMARK A MAO TSE TUNG, DA MANUEL AZANA A TITO!….
IN UNA PAROLA SCISMA RELIGIOSO DA ROMA = CONDITIO SINE QUA NON
DELLA PROVA DI PATRIOTTISMO CESARISTA RIFORMATO-RIVOLUZIONARIO
OVVERO DI
INTERNAZIONALISMO SETTARIO TEMPLARE
CHE DEVE OCCULTAMENTE
RIPROVARE IDDIO, FAMIGLIA E PATRIA NATURALE!...
“Il protestante William Cobbet – recita Renato Francesco Rorbacher alle pagine 563-566 nel volume XXVI della sua storia della Chiesa monumentale – epiloga così il codice penale o codice di sangue dell’Inghilterra protestante contro l’Inghilterra cattolica; codice composto di oltre duecento atti del parlamento, renduti dal regno di Elisabetta [dal 1559] sino al ventesimo anno di quello di Giorgio III [ovvero fino al 1780].
In Inghilterra esso privava i pari cattolici del diritto di sedere nel parlamento, diritto che tenevano dai loro natali, e il rimanente de’ loro correligionarii di quello di far parte della camera de’ comuni.
Toglieva inoltre a tutti i cattolici il diritto di votare nelle elezioni.
Quantunque la costituzione dica che nessuno
può essere gravato di balzelli senza il suo consenso,
pur esso imponeva doppii balzelli ai cattolici
che rifiutavano di abjurare la religione dei loro maggiori.
Negava loro l’accesso al potere e impedivali di sostenere fino i più bassi impieghi. Li dichiarava inabili a presentar soggetti ai benefizii ecclesiastici, quantunque un tale diritto fosse esercitato da quaqueri e da ebrei. Li condannava ad un’ammenda di venti lire sterline al mese se non frequentavano esattamente i templi del culto stabilito dal parlamento, frequenza ch’essi non potevano considerare che come un vero atto di apostasia.
COME IL DOMICILIO COATTO CONTRO I CATTOLICI PERSEGUITATI DAL CESARISMO RIFORMATO-RIVOLUZIONARIO NASCA IN INGHILTERRA
“Vietava a’ medesimi - prosegue William Cobbet - sotto gravi pene il conservar armi nelle proprie case, anche per loro sicurezza, il trattar cause ne’ tribunali, l’essere tutori o esecutori testamentari, l’esercitare la professione di medico o di avvocato, o l’allontanarsi oltre cinque miglia dalla loro abitazione. Ogni donna maritata che non frequentasse assiduamente il tempio della chiesa stabilita perdeva due terzi della dote;
non era più atta a diventare esecutrice testamentaria di suo marito
e poteva essere imprigionata durante la vita di questo,
salvo che egli non pagasse per lei dieci lire sterline
di ammenda ogni mese.
Quando un uomo era colto [ovvero scoperto], e convinto della medesima colpa [di essere cattolico], i quattro primi giudici di pace che capitassero potevano citarlo e costringerlo ad abjurare la sua fede e, se ricusava, condannarlo, senza il parere di alcun giurì, ad un bando perpetuo ed a morte, se tornava sul territorio inglese.
I due primi giudici di pace che sopravenissero avevan diritto di citare innanzi al loro tribunale e senza alcuna informazione preventiva qualunque uomo passasse i sedici anni: se esso rifiutava di abjurare la religion cattolica e persisteva per sei mesi nel rifiuto, diventava incapace di posseder terre: tutte quelle che gli appartenevano andavano per diritto al suo più prossimo erede protestante, il quale non gli doveva poscia rendere alcun conto del loro prodotto.
Il cattolico ostinato non poteva più comprar terre, ed ogni atto e contratto sottoscritto da lui era radicalmente nullo. Erano condannati ad un’ammenda di sei lire sterline al mese coloro che impiegavano nelle proprie case un precettore cattolico, e questi veniva inoltre punito con un’ammenda di due lire sterline al giorno. Erano condannati similmente a pagar due lire sterline quelli che mandavano un fanciullo ad una scuola cattolica straniera; e questo fanciullo diventava inoltre inabile ad ereditare, a comprare o posseder terre, redditi, beni, debiti, legati o capitali.
Si puniva con centoventi lire sterline di ammenda colui che celebrasse la messa, e di sole sessanta lire colui che la udiva. Ogni prete cattolico che venisse dal continente e ne’ tre primi giorni dopo l’arrivo non abjurasse la sua religione, o qualunque persona che rientrasse nella fede cattolica o vi riconducesse altra persona, erano condannati ad essere appiccati, sventrati e messi in quarti.”
E DELL’IRLANDA ANCORA OGGI OPPRESSA NEL NORD DA FAR RISULTARE IL GOVERNO BRITANNICO SCRITTO NEGLI ELENCHI INTERNAZIONALI DEGLI INDAGATI [SILVIA CALAMATI]?
“In Irlanda, - seguita lo storico riformato William Cobbet - il codice penale cui andavano soggetti i cattolici era ancor più terribile e più feroce; perocché un semplice gettar di penna era bastato per far applicare a questo sciagurato paese tutte le disposizioni crudeli del codice inglese, indipendentemente dalle disposizioni penali specialmente destinate alla popolazione irlandese.
Perciò ogni istitutore cattolico, pubblico o privato ed anche il modesto sotto-maestro di una scuola tenuta da un protestante era punito colla prigionia, col bando, e considerato insomma quale un fellone [traditore], se era cattolico.”
LE ORIGINI DEL MONOPOLIO SCOLASTICO TOTALITARIO
PRIVATO GOVERNATIVO LIBERAL
“I membri – precisa Cobbett - del clero cattolico non potevano dimorar nel paese senza essere registrati come specie di prigionieri sulla parola; ricompense tratte dal danaro tolto in parte ai cattolici erano stabilite nelle seguenti proporzioni a quelli che scoprivano i contravventori a questa disposizione della legge, cioè:
cinquanta lire sterline per un arcivescovo o vescovo, venti per un prete e sei per un maestro o sotto-maestro di scuola. I due primi giudici di pace che capitassero potevano citare ogni cattolico dinanzi a loro e ordinargli di dichiarare sotto giuramento dove e quando egli avesse udita la messa, le persone che vi avevano assistito insiem con lui, il nome e l’abitazione de’ preti e maestri di scuola di sua conoscenza: che se egli rifiutava di obbedire a quest’ordine tirannico, essi avevano diritto di condannarlo, senz’altra formalità, ad un anno di prigione o a venti lire sterline di ammenda.
Qualsivoglia protestante che vedesse un cattolico padrone di un cavallo del valore di oltre cinque lire sterline, poteva impadronirsene pagando al proprietario le cinque lire sterline. Perchè in simili casi i tribunali non potessero mai giudicare secondo giustizia, non si ammettevano fra i giurati che protestanti conosciuti.”
COME L’EUGENETICO NAZIONAL-SOCIALISMO GRAN-PRUSSIANO
DELL’ “UOMO BIANCO
ANGLO-SASSONE PROTESTANTE” NASCA QUI
“L’eredità di un protestante – prosegue la descrizione orangista dello storico protestante William Cobbet - i cui eredi diretti fossero cattolici, passava al suo più prossimo erede protestante, come se gli eredi cattolici fossero già morti.
Ogni matrimonio contratto fra protestanti e cattolici era nullo di pien diritto, quantunque ne fossero nati molti figliuoli. Ogni prete cattolico che celebrasse un matrimonio tra un cattolico ed un protestante, o fra due protestanti, era condannato ad essere appiccato. Ogni donna moglie di un cattolico la qual volesse rendersi protestante usciva per questo atto medesimo dalla potestà di suo marito e partecipava a tutti i beni di lui, per riprensibile che fosse stata in prima la sua condotta sia qual moglie o qual madre.
Se il figliuolo di un padre cattolico si faceva protestante, diventava padrone di tutti i beni di suo padre, il quale non poteva più venderne, impegnarne o legarne qualsivoglia parte, quantunque fosse il titolo per cui li possedeva, e quand’anche fossero frutto delle sue fatiche.”
MA I CUORI IMPIETRITI DEL VITELLO D’ORO RESPINGONO L’APPELLO
ALLA STORIA ED ALLA GIUSTIZIA DI GUGLIELMO COBBET!
“Dopo epilogati questi ed altri articoli, - osserva Renato Francesco Rohrbacher - il protestante William Cobbet conchiude: “Io dimando ora a’ miei lettori: ve n’ha egli uno solo fra essi che non gema nel profondo del suo cuore udendomi riferire tutte queste orribili crudeltà esercitate contra uomini non d’altro colpevoli che di esser rimasti fedeli alla fede de’ loro maggiori e dei nostri, alla fede [cattolica] di Alfredo il Grande, fondatore della possanza della nostra nazione, alla fede degli uomini che stabilirono la gran carta e crearono tutte le venerabili istituzioni che formano la gloria del nostro paese?
E se si riflette che tanti orrori ed atrocità furono commessi per assicurare il predominio della chiesa anglicana, come non ci affliggeremo noi, come non vergogneremo di quello che è avvenuto, e non brameremo ardentemente che venga in breve renduta piena e intera giustizia agl’infelici che patiscono da sì lungo tempo?” (W. Cobbet, “Storia della riforma d’Inghilterra”, lettera 15). E tutto questo disastro fino al 1828 per i sudditi cattolici in quanto nessun principe di tale credo potrà giammai diventare Re d’Inghilterra!
Quando Rohrbacher spiega lo Stato cristiano – e trattando non a caso la restaurazione cattolica di Maria Tudor - ricorda sempre tale idea basilare:
“Ora, v’ebbe tal tempo in cui al di sopra della loro patria nazionale i re ed i popoli avevano tutti insieme una patria universale, l’umanità cristiana, la Chiesa cattolica, una e indipendente. Per essere cittadino di una patria nazionale, bisognava essere cittadino di questa patria universale.
Voler smembrare coll’eresia o tradir coll’apostasia questa patria comune di tutti era ai loro occhi un più gran tradimento che voler smembrare coll’apostasia la patria locale: ei la punivan dunque affine di conservare l’unità e l’indipendenza dell’umanità cristiana, della patria cattolica”.
STA DI FATTO CHE LA VISIONE DI SANTA MARIA MADDALENA DE’ PAZZI CONCORDA ALLA PERFEZIONE CON LA TRADIZIONE SATANISTA TRANS-MANICHENSE: PER PAURA DI RITORSIONI O PER CONNIVENZA POLITICA TANTI STORICI TENDONO AD OCCULTARE FATTI E FONTI DI CUI VENIAMO A CONOSCENZA SOLO PER RARISSIMI PROVVIDENZIALI SPORADICI RIFERIMENTI!.... - Ecco la nota in “Apparecchio alla morte” nel sito redentorista di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Barbieri G. Filiberto, “Considerazioni sopra alcune verità principali della nostra santa fede”, p. I, cons. V dell’Inferno; I, Venezia 1739, ed. II, p. 232: «Elis. Reg. Angl. Così quella cieca Regina, che non avea altri occhi per vedere né altro cuore per amare che le cose presenti, solea dire: “Diami Dio quarant’anni di questo mio regno, e gli rinuncio il suo paradiso”». S. Alfonso nella “Istoria delle eresie”, c. XI, parag. 4, n. 135; II, Napoli 1772, 540-541, riporta lo stesso testo e pare indicare come fonte Daniello Bartoli, “Istoria d'Inghilterra”, l. VI, c. 1, ove però non l'abbiamo rintracciato. Nell’ed. romana del 1668, a p. 462 Bartoli riferisce soltanto che Elisabetta, la quale regnò dal 17 novembre 1558 al 24 marzo 1603: «Già da non poco avanti lo scisma gravemente inferma dell’animo, e ciò per diverse cagioni, le quali aggiuntesi alla vecchiezza, male senza rimedio, e che ogni dì pegiora, oltre che di sua natura increscevole, mal sofferente, rendevano dispettosa a se medesima. Le cagioni erano principalmente il vedersi presso a non curata, in quanto ormai trasandata e cadente».Cfr. L. Antheunis, “La maladie et la mort de la reine d’Angleterre, in Revue d’Histoire Ecclésiastique”, 43 (Louvain 1948), pp. 148 ss. Ù
E. Grimm nella versione inglese dell’“Apparecchio alla morte” (New York 1886) a p. 287 ha soppresso senza darne ragione il nome di Elisabetta, mettendo: «A certain princess once said», ecc.. Il testo tuttavia trovasi riprodotto più dettagliato in autori moderni, come in Vincenzo Muzzatti, “Prontuario di sentenze, fatti e similitudini”, III, Torino 1958, p. 418: «Elisabetta, regina d’Inghilterra, famosa per la sua empietà e vita mondana, aveva detto: “Mi dia il Signore quarant’anni di regno, ed io non so che fare del suo Paradiso!” Ebbene: Iddio diede a quella sciaguratapiù di quello che domandava: essa regnò 44 anni, sempre felice e temuta da tutti.
Ma dopo ch’era morta, fu vista di notte su le rive del Tamigi (il fiume che attraversa la città di Londra) l’ombra funesta di lei, e fu udito questo triste lamento: “Quarant’anni di regno e poi l’inferno!”». Vedi pure vol. V, Torino 1952, p. 293, ove è narrato lo stesso fatto: l’una e l’altra citazione manca della fonte. Con molta probabilità la citazione di Muzzatti proviene dalle prediche pubblicate postume nel 1785-86 del gesuita padovano P. Girolamo Trento (1713-1784), che parla della Regina Elisabetta con gli stessi termini. Il p. Trento attesta di aver ricavato il fatto da «uno storico», che però non indica (cfr. i Novissimi del p. Trento in appendice dell’operetta tradotta dal francese: “I santi desiderii della morte o pensieri de’ Padri della Chiesa raccolti dal p. Lallement”, Parma 1837, ed. II, 249-50). Opiniamo che la leggenda della perdizione della regina Elisabetta I provenga dalla interpretazione di una visione di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (m. il 25 maggio 1607) diffusa tra i predicatori popolari: vedi “Una carmelitana del Monastero di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi”, Firenze 1942, pp. 72-73.
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