Madre Teresa di Calcutta e l'inquietante fenomeno afferente la tomba del dittatore Enver Hoxha in Albania [Giuliano Lilli presbitero]
MADRE TERESA DI CALCUTTA E' AMPIAMENTE CONOSCIUTA PER IL SUO LAVORO IN INDIA, NEL BENGALA OCCIDENTALE, QUINDI TENDIAMO A DIMENTICARE CHE È NATA NELLA ATTUALE MACEDONIA DEL NORD UN TEMPO STATO ALBANESE NELL'IMPERO OTTOMANO, E NATA DA FAMIGLIA ATAVICA COMMERCIANTE SCUTARIANA ALL'EPOCA SCESA DAL KOSOVO IN MACEDONIA IN QUELLA CITTÀ CHE OGGI NE È CAPITALE: SKOPJE. CIÒ DI CUI MOLTI AI NOSTRI GIORNI POTREBBERO ANCHE NON RENDERSENE CONTO È CHE IL GOVERNO HOXHSIANO LENINISTA È STATO IL PRIMO PAESE AL MONDO A STABILIRE L'ATEISMO MALTHUSIANO DEISTA ILLUMINISTA COME RELIGIONE UFFICIALE DI STATO IL QUALE NEGLI INNEGABILI FENOMENI ORRIBILI PROVENIENTI DALLA TOMBA DEL DITTATORE SI È CONFERMATO QUALE AUTENTICO SATANISMO SENZA PIÙ VELI DI SORTA.
DURANTE I SUOI 41 ANNI DI STRAPOTERE ASSOLUTO ENVER HOXHA AVEVA TRASFORMATO L'ALBANIA NEL PRIMO ED UNICO STATO ESCLUSIVAMENTE ATEO AL MONDO. AVEVA INOLTRE COMPLETAMENTE BANDITO LA RELIGIONE, COSA CHE NEMMENO L'UNIONE SOVIETICA AVEVA MAI INOLTRATO SINO IN FONDO, NEL CHIUDERE TUTTE LE CHIESE CATTOLICHE E ORTODOSSE PIÙ LE MOSCHEE.
LO STESSO COPIONE MASSONICO DELLA "QUEMA DE CONVENTOS" IN SPAGNA E CATALOGNA DALL’AGGRESSIONE NAPOLEONICA IN POI - LA RETORICA POLITICA E LA FORTE PROPAGANDA MEDIATICA SPINSERO I GIOVANI A PRENDERE DI MIRA I LUOGHI RELIGIOSI. SECONDO IL MUSEO DELLA MEMORIA, UN PROGETTO ONLINE DELL’ISTITUTO ALBANESE DI STUDI POLITICI, 2.169 ISTITUZIONI RELIGIOSE VENNERO CHIUSE, TRA CUI 740 MOSCHEE, 608 CHIESE ORTODOSSE, 157 CHIESE CATTOLICHE E 530 TRA TÜRBE (MAUSOLEI FUNEBRI IN STILE OTTOMANO) E TEKKE (CONVENTI DEI MUSULMANI DI CREDO SUFISTA). IL PATRIMONIO CULTURALE E STORICO FU DISTRUTTO INSIEME A LORO. TRADIZIONALMENTE IL 70 PER CENTO DEGLI ALBANESI È MUSULMANO, IL 20 PER CENTO CRISTIANO ORTODOSSO E IL 10 PER CENTO CATTOLICO. CIRCA 300 SACERDOTI FURONO CONDANNATI A MORTE, ALLA PRIGIONIA O ALLA DEPORTAZIONE.
PUOI CONSULTARE I SEGUENTI LINK
https://www.albanianews.it/cultura/storia/albania-paese-ateo
https://acs-italia.org/sites/default/files/PDFlr2018/ALBANIA.pdf
HOXHA MORÌ L'11 APRILE 1985 DOPO QUARANTUNO ANNI DI TIRANNIA, E COME TIPICO DEI TIRANNI LIBERAL-MARXISTI, LASCIÒ IL SUO PAESE IL PIÙ POVERO D'EUROPA. IL SUO MAUSOLEO NELLA CAPITALE DELL'ALBANIA, TIRANA, ERA LA MASSONICA PIRAMIDE BIANCA DALL'ASPETTO BIZZARRO CHE ORA È STATA CONVERTITA IN MUSEO PER IL TURISMO.
DOPO LA MORTE DEL FEROCE DITTATORE, IL POPOLO ERA IN SUBBUGLIO E I SOLDATI ERANO SPESSO IMPEGNATI IN DIFESA DEL SUO LUOGO DI SEPOLTURA.
ODIO INCULCATO A TAL PUNTO DA FAR SEPPELLIRE PERSINO VIVO UN SACERDOTE DAI SUOI STESSI COMPAGNI INTERNATI DIETRO BRUTALE ORDINE DEI SOLDATI DI HOXHA - Josif Papamihali nato a Elbasan il 23 settembre 1912, sacerdote di famiglia ortodossa vicino alla Chiesa Cattolica, si sentì chiamato a vivere in prima persona l’appello all’unità tra i cristiani: fu quindi inviato a Grottaferrata e a Roma, per ristabilire il rito greco-cattolico in Albania. Arrestato, venne condannato a dieci anni di lavori forzati nelle paludi di Maliq. Il 26 ottobre 1948, sfiancato dalle fatiche, cadde a terra mentre lavorava e venne seppellito vivo nel fango dai suoi compagni, costretti ad agire così dalle guardie carcerarie.
"Non esistono atei, esistono solo idolatri"
[Fëdor Dostoevsckij]
abbiamo infatti l'esempio innegabile nel sedicente Stato più ateo del mondo
attraverso l'Autolatria Patologica Irreparabile
del massone dalla mano nascosta Enver Hoxha.
NEL RIFLETTERE SU TALE ODIO IMMEDICABILE A MARIA VERGINE NON POSSONO NON RIAFFIORARE IN MENTE BENEDETTO CROCE DEFUNTO NEL DENUNCIARE A NATUZZA EVOLO DI ESSERE PERSO IN ETERNO PER AVER RIFIUTATO SEMPRE GLI AVVISI MATERNI DELLA VERGINE SANTA ED IL GIOSUE CARDUCCI AUTORE
DE L’“INNO A SATANA”, [PREFAZIO OBBLIGATORIO DELLE MESSE NERE], IL QUALE, DA CRIPTO-CONVERTITO ALLA CHIESA CATTOLICA DICHIARA INTORNO AL SUO PASSATO MASSONICO SATANISTA ORMAI GETTATO ALLE ORTICHE DI COMPIACERSI SOLO DI UNA COSA: NON AVER MAI OFFESO LA VERGINE SANTISSIMA COME “LA CHIESA DI POLENTA” ATTESTA DINANZI ALLA STORIA!... - Il sacerdote Don Shtjefën Kurti nato a Ferizaj in Kossovo il 24 dicembre 1898 viene arrestato e fucilato il 20 ottobre 1971 dietro false accuse di vari crimini solo perché ha battezzato un bambino. L’11 giugno 1509 Enrico VIII sposa la ripudianda Caterina d’Aragona, l’11 giugno 1571 viene aperta al pubblico la biblioteca medicea laurenziana nel Granducato Toscano, l’11 giugno 1775 il Re Martire Luigi XVI viene incoronato Re Natural-Cristianissimo di Francia mentre accortosi della immedicabile impronta quanto deriva massonica della rivoluzione l’11 giugno 1792 – 17° Anniversario Regale - si oppone alla propria firma ai decreti eretici e scismatici giacobini, l’11 giugno 1899 Leone XIII dedica l’intera stirpe umana al Sacro Cuore di Gesù… l’11 giugno 1903 vengono uccisi, ridotti in pezzi e gettati dalle finestre il Re serbo ortodosso Alessandro e la consorte Draga per aver sospeso la Costituzione liberale quale artato pretesto massonico per usurpare la sovranità nazionale, Il giorno 11 giugno 1971, nella chiesa Cattedrale di Santo Stefano a Scutari, artatamente divenuto palazzo dello sport, si svolge il «Congresso della Donna».
In tale chiesa storica ovvero la chiesa in cui si erge la Cattedra Diocesana espropriata ed umiliata, dunque non a caso centro di tutta la vita religiosa cattolica passata nazionale albanese, risuona la blasfema parola terribile delle guide comuniste degli immancabili Enver Hoxha e Mehmet Shehu [Çorrush in Albania del Sud 10 gennaio 1931 – "suicida" in Tirana il 18 dicembre 1981] e di altri relatori che pontificavano l’irrinunciabile loro verbo del contraltare satanico deista volterrista contro la religione cattolica, accompagnati dagli applausi delle donne che con tanto entusiasmo animavano lo sciagurato congresso. Quando arriverà il grande terremoto del 15 aprile 1979, in occasione della ricostruzione delle case del quartiere scutarino di Bahçallek, Enver Hoxh tiene il blasfemo discorso che inveisce contro la Vergine Immacolata nell’offendere così la Sempre-Vergine che lo attende amorevolmente quale suo figlio traviato alla conversione oltre ad offendere i sentimenti più sacri e profondi dei cristiani, che, devono vedersi inaugurare la ricostruzione nella esclusione totalitaria e blasfema del proprio Signore Gesù Cristo nella sua tenerissima Madre!...
da La persecuzione della Chiesa cattolica in Albania dal 1944 al 1990, Tirana 24 ottobre 2004 on-line.
P
PER APPROFONDIRE TALE DIABOLICA PERSECUZIONE
E COME IL DITTATORE UCCIDESSE SENZA SCRUPOLI
ECCO I LINK
https://www.paginecattoliche.it/La-persecuzione-della-Chiesa-cattolica-in-Albania-dal-1944-al-1990/
L'ENERGUMENO ENVER HOXHA DISPREZZAVA QUALSIASI ALBANESE CHE AVESSE GIURATO FEDELTÀ A ISTITUZIONE RELIGIOSA, IN PARTICOLARE ALLA CHIESA CATTOLICA CHE CONSIDERAVA IL PIÙ GRANDE PERICOLO PER LA STABILITÀ INTERNA DELLO STATO CABALISTA MALTHUSIANO.
EGLI CONSIDERAVA MADRE TERESA, IN QUANTO COLLEGATA AL VATICANO, IL GRANDE NEMICO DEL REGIME E QUESTO
BASTAVA PER TENERLA LONTANO.
COSÌ QUANDO LA GENTE E
IN PARTICOLARE I FEDELI CATTOLICI, LEGGEVANO SUI GIORNALI CHE MADRE TERESA SI
ASSOCIAVA AL REGIME, ERA UN COLPO TERRIBILE: "COME POTEVA LASCIARSI COSÌ SPUDORATAMENTE STRUMENTALIZZARE PER LEGITTIMARE LA MEMORIA DI TALE EFFERATO DITTATORE DA PARTE CATTOLICA?!".
GLI SLOGAN IN VERNICE ROSSA QUALI QUELLO
"IL CERVELLO DI HOXHA IL CERVELLO DI TUTTI"
SI RITROVAVANO IN OGNI ANGOLO DELLA NAZIONE TIRANNEGGIATA
SI VEDA QUESTO DOCUMENTARIO IMPRESSIONANTE
CHE RIVISITA PASSO PASSO
IL POSTULATO CRIMINALE DEL REGIME IN ARGOMENTO
[BELLISSIME PAROLE SUPERLATIVE.... ORRIBILI FATTI
IL PECCATO ORIGINALE DEL CESARISMO RIFORMATO-RIVOLUZIONARIO]:
https://lombradelleparole.wordpress.com/tag/enver-hoxha/
INFATTI IL DISCORSO SULLA LIBERAZIONE DELL'ALBANIA TRA LE TANTE RECITA:
(…) Il 7 aprile del 1939 ci fu imposta la schiavitù, una schiavitù pesante, fummo invasi dal fascismo, il maggior nemico nostro e dell’umanità. Hitler e Mussolini stavano preparando una grande guerra, stavano preparando un immane macello. Fummo noi a pagarne il primo tributo. L’orizzonte internazionale era fosco. L’Europa si stava armando con febbre selvaggia, ma in nostra difesa non si levò una voce, eccetto le grida del nostro popolo tradito dai governanti di quel tempo, grida che chiedevano armi per combattere gli italiani.
Il tradimento non conobbe limiti. Gli intriganti della politica, gli speculatori furono pronti a dar man forte all’occupatore, ad abbracciarlo per opprimere il popolo, per farne uno schiavo, carne da cannone. Fascisti e traditori operarono sistematicamente per soffocare ogni resistenza, per cancellare ogni sentimento patriottico, per calpestare l’onore del nostro paese, per far scomparire le nostre usanze e la nostra lingua, per colonizzare l’Albania e dar modo agli italiani di riversarsi dal nostro paese sui popoli vicini e sull’Unione Sovietica.
Ma pur sotto un terrore estremo nacque la grande resistenza del nostro popolo, il quale si sollevò per riconquistare la libertà che gli era stata tolta. I barbari fascisti, armati fino ai denti con le armi più moderne e sostenuti dai traditori, si trovarono di fronte i petti dei nostri combattenti, in cui fremeva il sentimento della libertà e il cuore era pregno di una ferrea volontà e di una abnegazione infinita. Si levarono i figli del popolo, pietosi delle sorti della patria, gravati dalle sofferenze, dalle miserie e dagli affanni del popolo stesso. Molti di essi, sin dalle prime ore di lotta, si immolarono per quel popolo che tanto amavano, caddero con il canto sulle labbra, felici, poiché sapevano perché combattevano, sapevano che sul loro sangue e sulle loro ossa sarebbe stata edificata la nuova Albania.
(…)
Evviva l’Albania libera e democratica!
Evviva il popolo albanese!
Evviva l’Esercito di liberazione popolare!
Evviva i nostri grandi alleati: Inghilterra, Unione Sovietica e America!*
Evviva la fratellanza dei popoli dei Balcani amanti della libertà!
Evviva l’eroico popolo di Tirana!
dal Discorso pronunciato da Enver Hoxha in occasione della giornata della proclamazione dell’indipendenza e dell’entrata del Governo Democratico a Tirana del 28 novembre 1944
https://www.albanianews.it/cultura/storia/enver-hoxha-indipendenza-1944
http://www.centrogramsci.it/?p=1259
LA TESTIMONIANZA DI UN SACERDOTE FA LUCE SU UN CONTROVERSO EPISODIO DEL 1989 QUANDO A SORPRESA A MADRE TERESA FU CONCESSO DI TORNARE IN ALBANIA [VEDI ALESSANDRA NUCCI NE LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA] - C’è una vicenda della vita di Santa Teresa di Calcutta sconosciuta ai più. A me l’ha riferita anni fa un amico albanese a cui avevo chiesto ragguagli sulle visite di Madre Teresa al suo paese d’origine, per un articolo che stavo scrivendo su Pjetr Arbnori, eroe albanese, cattolico, soprannominato “il Mandela dei Balcani” per essere sopravvissuto a quasi 29 anni di detenzione nel gulag.
la statua dell'efferato Dittatore dalla mano nascosta
quale inconfondibile simbolo di iniziazione massonica
Riferisco le cose come le visse il mio amico, Marcel - seguita la fonte da cui attingiamo - che iniziò a raccontarmi a partire da un episodio del settembre 1985, quando si trovava sotto le armi. Era in un reparto mal equipaggiato e disarmato, il più umile dell’esercito albanese, perché fatto di uomini considerati pericolosi per il regime. Il dittatore Hoxha era morto l’11 aprile, ma il regime perdurava e impiegava i soldati nella costruzione di bunker, tunnel e trincee per difendere la patria dai nemici. Un giorno arrivò nel reparto un soldato che era stato espulso dalla Guardia della Repubblica, il corpo più prestigioso dell’esercito, costituito da uomini scelti e fidatissimi. Perché era stato punito in questo modo?
TESTIMONIANZA OCULARE TERRIFICANTE! - «Tutti noi avevamo paura che fosse una spia – racconta Marcel – per cui eravamo guardinghi nei suoi confronti. Però un giorno, a tavola decido di chiedergli:
“Che hai fatto di male per finire qui?”. Lui mi risponde: “Ho avuto una rissa con un altro soldato e mi hanno mandato qui per punizione”. Io, di rimando: “Certo, sarà duro per te. Là eri in un corpo prestigioso, un lavoro leggero, avevate gli stivali, mentre da noi devi solo lavorare duramente e non abbiamo neppure le scarpe”. Con mia sorpresa lui sgranò gli occhi:
“Ma sono fortunato! Tu non puoi capire cosa vuol dire montare
la guardia di notte
alla tomba di Enver Hoxha.
Si sentono rumori, tremori, grida,
sono come gemiti che salgono da un abisso.
È una tortura. Da questo mi sono salvato.
Sono più di 20 i compagni del mio gruppo che sono finiti in un reparto di psichiatria. Qui lavoro un pò di più, ma non sento questo inferno”.
Io e gli altri soldati presenti ci siamo alzati dal tavolo per prendere le distanze da questo soldato. Ascoltare poteva avere delle conseguenze: eravamo in piena dittatura e parlare di queste cose poteva essere pericoloso». Questo l’antefatto con cui Marcel venne a sapere dei fenomeni notturni intorno alla tomba del dittatore che facevano tremare di paura anche i soldati.
Alcuni anni dopo, nel 1989, con grande sorpresa di tutti, arriva in Albania Madre Teresa di Calcutta. La sorpresa fu grande perché prima di allora non le era mai stato concesso di entrare nel paese, nonostante vi si trovassero le tombe della madre e della sorella. Quella visita fu un colpo durissimo per i fedeli, la gente era atterrita: possibile che Madre Teresa si fosse fatta strumentalizzare per portare lustro alla memoria del dittatore defunto?
La sosta di Madre Teresa sulla tomba fu presentata come un modo di dimostrare alla gente il suo rispetto per il grande statista scomparso. Ma non era così. Marcel seppe la ragione vera quattro anni dopo, nel 1993, quando gli capitò di conoscere un sacerdote kosovaro che quel giorno aveva accompagnato Madre Teresa nel suo viaggio di ritorno in Albania. Egli gli raccontò che la visita era stata sollecitata da Nexhmije Hoxha perché si vergognava delle grida e del tremore che si sentivano provenire dalla sua tomba. Aveva dunque incaricato Ylli Popa, uno dei più fedeli uomini del regime, e traduttore di Hoxha, di portare una lettera a Madre Teresa, in cui le chiedeva di venire a pregare sulla tomba del marito per ottenere pace, che non si sentissero più le grida e non tremasse più la terra.
Quel giorno dunque Madre Teresa si soffermò a lungo a pregare sulla tomba di Hoxha, e dopo la porta dell’Albania per lei rimase aperta, tanto che prima di morire poté tornare a fondarvi anche delle Case.
La preghiera di Santa Teresa di Calcutta fu esaudita? I rumori terrificanti intorno alla tomba di Hoxha cessarono? Pare di sì. “Non ripresa dalla Tv, mi disse il sacerdote, Madre Teresa rimase a lungo in preghiera sulla tomba, dove da allora è tornata la calma, non si è sentito più nulla.” Quel giorno Madre Teresa poté visitare per la prima volta la tomba della madre e della sorella, morte in Albania nel 1971 e nel 1974. Ma la cosa non finì lì.
«Il sacerdote – conclude Marcel – mi raccontò che più tardi fu permesso loro di riunirsi con altri fedeli in una casa, dove fu possibile anche celebrare la Messa. Mentre stavano pregando a un certo punto una forza misteriosa, come una mano invisibile, sollevò in aria Madre Teresa e poi la scaraventò pesantemente a terra. Di lì iniziarono i suoi problemi di cuore, che sono continuati sempre, fino a causarle la morte nel 1997. E fu anche ‘contagiata’ in altro senso, subendo molestie diaboliche che le richiesero anche, pochi mesi prima di morire, di sottoporsi a un esorcismo».
IL 16 DICEMBRE 1997 LA CASA-MUSEO DI ENVER HOXHA
AD ARGIROCASTRO
VENNE FATTA SALTARE IN ARIA DA PARTE DI IGNOTI.
L'EDIFICIO FU SUCCESSIVAMENTE RESTAURATO
LA STESSA ACCUSA DELL’ERESIARCA TEMPLARISTA JOHN WYCLIFF CONTRO I CONVENTI E MONASTERI PIENI DI ARMI CHE ACCOMPAGNA PUNTUALMENTE LE PERSECUZIONI - La sommossa anticomunista di Postriba, il 9 settembre 1946, offrì il pretesto per l’incarcerazione di un gran numero di sacerdoti che in realtà non avevano avuto alcuna parte. Fu arrestato Mons. Frano Gjini, Mons. Gjergj Volaj, Mons. Nikollë Deda, Don Tomë Laca. I tre Monsignori furono fucilati. Anche il Provinciale dei Frati Minori, Padre Mati Prennushi O.F.M., e il Guardiano del Convento di Shkoder Padre Ciprian Nika O.F.M., accusati falsamente di aver nascosto armi dentro l’altare di Sant’Antonio nella chiesa di san Francesco-Gjuhadol, dopo un processo-farsa, morirono martiri davanti al plotone di esecuzione. Il Convento dei francescani di Gjuhadol fu trasformato in luogo di sanguinosi interrogatori e in prigione, dove furono reclusi fino a 700 prigionieri. Il regime comunista albanese dichiarò la religione illegale e condusse una lunga campagna di oppressione contro i credenti cristiani e musulmani, imprigionando e condannando a morte gli appartenenti al clero e perseguitando le loro famiglie, ma alcuni continuarono a praticare la loro fede in segreto.
“Dopo la fine della guerra, i comunisti arrivarono portandosi appresso la loro distruzione … I nostri professori di religione furono fucilati … imprigionati … ci trattarono come animali”.
da La persecuzione della Chiesa cattolica in Albania dal 1944 al 1990, Tirana 24 ottobre 2004 on-line.
ODIO IMMEDICABILE TEMPLARISTA CABALISTA ALLA RELIGIONE DA POLVERIZZARNE LE VESTIGIA! - Il punto di non ritorno della disumanità del regime è un discorso di Enver Hoxha il 6 febbraio 1967, in cui la gioventù albanese era incitata a distruggere i luoghi di culto. Inizia così la “Rivoluzione Culturale Albanese” quale quella maoista 5 agosto 1966. Durante l’anno 1967 vennero distrutti 2.200 luoghi di culto, tra i quali 327 cattolici. Seguì il Decreto del Governo Albanese n. 4337 del 22 novembre 1967 in cui si ordinava la chiusura di tutti i luoghi di culto cattolici, ortodossi ed islamici. L’Albania aveva tagliato ogni legame con l’Unione Sovietica dopo che, al XX Congresso del PCUS, Chruscëv aveva denunciato alcuni crimini di Stalin e il culto della sua personalità. Si intensificarono i rapporti con la Cina di Mao. In Albania si tentò di fare il passo ulteriore verso la completa e anche formale eliminazione delle religioni dal paese, superando così anche quanto accadde in Cina, con la formalizzazione dell’ateismo di stato.
“Lo Stato non riconosce alcuna religione e sostiene e sviluppa la propaganda atea per radicare nelle perso- ne la visione del mondo materialista scientifica”.
(art. 37 Costituzione della RPSSH–1976)
“Nella Repubblica Popolare Socialista d’Albania l’ideologia dominante è il marxismo-leninismo. Sulla base dei suoi principi si sviluppa tutto l’ordine sociale socialista”. (art. 3)
“La legislazione penale della Repubblica Popolare Socialista d’Albania è guidata dalla politica del Partito del Lavoro d’Albania e si basa sull’ideologia della classe operaia all’interno del marksismo –leninismo”. (...) (art. 2 del Codice Penale della RPSSH, 1979).
“L’agitazione e la propaganda fascista, antidemocratica, religiosa, guerrafondaia, antisocialista, così come la preparazione, la diffusione ovvero la conservazione per fini di diffusione della letteratura con tale contenuto al fine di indebolire ovvero minare lo stato della dittatura del proletariato, è punito con la privazione della libertà da tre a dieci anni. Queste stesse azioni, quando sono compiute in tempo di guerra ovvero hanno generato conseguenze particolarmente gravose, sono punite con la privazione della libertà non inferiore ad anni dieci ovvero con la morte”. (art. 55 K.P. RPSSH)
“La religione politica è la sacralizzazione di un sistema politico fondato sul monopolio irrevocabile del potere, sul monismo ideologico, sulla subordinazione obbligatoria e incondizionata dell’individuo e della collettività al suo codice di comandamenti: di conseguenza, la religione politica è intollerante, impositiva, integralista, e vuol permeare di sé ogni aspetto della vita individuale e collettiva”. (E. Gentile, Le religioni della politica).
“Nella maggior parte dei nuovi regimi avvenne un processo sincretico di fusione tra comunismo e religione tradizionale, soprattutto attraverso la sacralizzazione del capo, il quale incarnava in sé i principi, i valori e i comandamenti della nuova ideologia politica, mentre, nello stesso tempo, la sua figura veniva ammantata di sacralità anche dalle credenze religiose popolari”. E. Gentile, Le religioni della politica). (E. Gentile, Le religioni della politica).
Per la propaganda comunista, la religione tradizionale albanese era il nazionalismo, l’amore per la patria, l’Albanismo. Quindi Enver Hoxha era colui che aveva salvato e reso grande l’Albania, era il Padre della Patria e questo lo rendeva già degno di venerazione.
La Costituzione del 1976 e la proclamazione dello stato ateo sono un corollario di tutto questo. Non vi erano motivi per tollerare ancora le vecchie credenze, anche solo formalmente. Era stato creato un nuovo modo di interpretare la vita e la storia, di concepire la politica oltre i calcoli del potere e dell’interesse, estendendola a tal punto che essa iniziò a comprendere anche la definizione del significato e del fine ultimo dell’esistenza (cfr. L’Indipendenza, Lo stato ateo on-line visitato il 9 marzo 2022).
I MARTIRI CRISTIANI ALBANESI E L’INFERNO DI ENVER HOXHA IL RICORDO A 70 ANNI (GENNAIO 1947-2017) DALLA PERSECUZIONE (CARLO FRANZA)
Dal 1946 al 1991 la dittatura comunista in Albania ha visto un tiranno che ha avuto il nome di Enver Hoxha (16 ottobre 1908 – 11 aprile 1985), dittatura spietata, che ha gettato il paese nello squallore e nella miseria più profonda, tant’è che tutti ricorderanno che dopo la caduta del sistema albanese nel porto di Bari attraccò la nave carica di migliaia di disperati in cerca di fortuna, mentre, tra le tante, l’altra carica di civili il 28 marzo 1997, Venerdì Santo, venne affondata dal Governo Prodi.
Il discorso che a noi oggi interessa è descrivere il quadro della scristianizzazione del Paese delle Aquile, tanto che nel 1967, ben cinquant’anni anni fa, dopo due decenni di massiccia ateizzazione delle popolazioni nazionali, Enver Hoxha dichiarò trionfalmente che l’Albania era il primo Paese al mondo in cui l’Ateismo di Stato era iscritto nella Costituzione; infatti l’articolo 37 recitava: «Lo Stato non riconosce alcuna religione e supporta la propaganda atea per inculcare alle persone la visione scientifico-materialistica del mondo»; e ancor peggio l’articolo 55 del Codice penale del 1977 il quale stabilirà la reclusione da tre a dieci anni per propaganda religiosa e produzione, distribuzione o immagazzinamento di scritti religiosi.
Interno della piramide auto-latrica pseudo-ateistica hoxhiana a Tirana
LAVORI FORZATI E TORTURE INDICIBILI AL VESCOVO PRIMATE DI ALBANIA KOLË PRENNUSHI SOTTO LE QUALI MORIVA PER NON AVER FIRMATO LO SCISMA DA ROMA ESATTAMENTE COME PER ALOIZE STEPINAC PER LA CROAZIA ED ALRI PRESULI MARTIRI - Bene, se nel ’46, subito dopo la guerra, il comunismo era salito al potere in Albania, nel gennaio del 1947 - ben 75 anni fa - si presentarono nell’Episcopio albanese di Durazzo alcuni emissari del Governo comunista di Hoxha per convocare a Tirana il Vescovo Monsignor Kolë Prennushi (4 settembre 1885 - 19 marzo 1949). Certo il vescovo partì ma non fece mai più ritorno nella sua diocesi. Alla morte dell’Arcivescovo di Scutari, Monsignor Gaspër Thaçi (1946), Monsignor Kolë Prennushi era divenuto il Primate della Chiesa albanese. Sparì inghiottito dalle torture della Sigurimi, ovvero della polizia segreta. Quando lasciò la sua residenza vescovile, la Segurimi saccheggiò il suo studio, distruggendo il suo crocifisso di legno.
Enver Hoxha in persona lo ricevette a Tirana e direttamente gli chiese la disponibilità a mettere in piedi una chiesa nazionale separata da Roma - com’era avvenuto in Cina - ; si cercò di persuaderlo sapendo quanto amore il Vescovo nutriva per il suo Paese. Ma Monsignor Kolë Prennushi non tradì mai la fedeltà alla Chiesa di Roma e al Sommo Pontefice. Il Vescovo Primate venne incarcerato in una cella di 30 per 50 metri quadrati circa, insieme ad altri prigionieri, calunniato pubblicamente e condannato ai lavori forzati per vent’anni.
Non terminò la pena inflittagli perché morì il 19 marzo del 1949 (anniversario dell’investitura episcopale) a causa delle terribili torture che subì. Sappiamo con certezza – ce lo testimonia Arshi Pipa scrittore e saggista incarcerato con il Vescovo - che il prelato dovette subire torture inaudite, come l’essere picchiato con spranghe di legno, o essere appeso, legato mani e piedi, a un gancio che dava sulla porta dei bagni dell’ufficiale della Segurimi, per venire tolto solo dopo lo svenimento. Il fratello Anton gli fabbricò una bara e, con l’aiuto di amici, lo fece seppellire di nascosto nella cattedrale di Durazzo; ma nel 1967 la salma venne profanata e le ossa furono disperse.
La crudezza spietata di Hoxha, era caduta sul francescano Monsignor Prennushi, oggi finalmente riconosciuto capo della filiera dei 38 martiri albanesi beatificati recentemente a Scutari il 5 novembre 2016. Il vescovo francescano era nato sotto l’Impero Ottomano, ed oggi è ancor più noto per essere considerato il Thomas Becket d’Albania, certo figlio della sua terra, illustre letterato e in primis testimone della fede cattolica che non tradì mai. Esempio certo per tanti vescovi italiani che si beano nelle loro Curie, mai abbastanza fieri di essere stati prescelti per testimoniare con segni Cristo e la sua Chiesa.
Il martirio dei cristiani d’Albania dopo la sparizione del Vescovo Prennushi era solo all’inizio, perché poi la satanica ateizzazione liberal del paese portò alla distruzione e alla chiusura di tutte le chiese d’Albania, e quindi vennero uccisi o incarcerati vescovi, sacerdoti, religiosi e suore, perché il delitto più grave, da colpire con forza, era l’aver manifestato il proprio Credo cristiano. Chi ad esempio veniva trovato in possesso della Bibbia o della corona del rosario veniva subito incarcerato o murato vivo nella propria abitazione attraverso il domicilio coatto, come accadde realmente alle stesse madre e sorella di Madre Teresa di Calcutta.
che la desertifica nell'odio patologico dell'energumeno templarista Enver Hoxha
I TEMPLI SACRI POLVERIZZATI O DESTINATI AD USO PROFANO - Le chiese furono completamente trasformate e adibite ad altro, anche a stalle o a cinema.
BANDITI PERSINO I NOMI DEI SANTI DALL’ANAGRAFE - I genitori non potettero più dare nomi religiosi ai propri figli, e perfino nel Sud del paese con popolazione di etnia greca i villaggi coi nomi dei Santi vennero laicizzati.
IL FANATICO SPIONAGGIO NEO-ANGLICANO GIACOBINO - La polizia segreta, la Sigurimi, imperversò su tutto e su tutti violando persone, abitazioni e comunicazioni, e consegnando ai tribunali del partito comunista ogni sospettato. Non avrebbero giammai potuto passarne indenni i tanti membri del Clero cattolico, i quali prima di morire fucilati gridavano come già avvenuto nelle persecuzioni di Messico e Spagna: “Via Cristo Re! Viva il Papa! Viva la Chiesa! Viva l’Albania!”. ESPULSIONE DELL’AMBASCIATA VATICANA - Fra i primi interventi che il Governo Comunista di Hoxha fece contro la Chiesa Cattolica fu quello di rifiutare - al ritorno da Roma - l’ingresso al nunzio apostolico Monsignor Leone Giovanni Battista Nigris (Ampezzo [Udine] - 27 agosto 1884 – Roma 21 settembre 1964). Don Ndre Zadej [nato a Shkodra il 3 novembre 1891] fu il primo sacerdote di Scutari ad essere fucilato nel giorno dell’Annunziata il 25 marzo 1945 perché il 16 agosto del 1944 durante la processione per la festa di San Rocco che si svolse a Shiroka (villaggio sulle sponde del lago di Scutari), disse ai suoi fedeli: “una nuvola nera sta per piombare sulle vostre teste. La sua intenzione è quella di scaricarsi su di voi. Allora non potrete fare niente contro di essa, solo sopportarla con tutti i suoi mali, e tra questi la negazione di Dio”.
LA SCHIERA CHE RAGGIUNGERÀ LA PALMA DEL MARTIRIO - Questi i primi martiri del massonico regime comunista albanese ad essere beatificati dalla Chiesa: Vincenzo Prennushi e 37 compagni uccisi “in odium fidei”: nello specifico 21 sacerdoti diocesani, 7 sacerdoti francescani, 3 gesuiti (due sacerdoti e un fratello coadiutore), un seminarista e quattro fedeli laici, compresa un’aspirante religiosa.
la piramide di Hoxha
CHE L’ATEISMO COMUNISTA FOSSE SATANISTA MASSONICO LO CONFERMA ANCHE L’OLTRETOMBA CHE SI RENDE TANGIBILE - Nel settembre 1985 - Enver Hoxha era morto l’11 aprile di quell’anno - un militare della Guardia spedito poi ai lavori forzati per rissa, dopo aver montato la guardia alla tomba di Hoxha, confessò di aver sentito urla, grida e gemiti sollevarsi da quella terra.
QUANDO MADRE TERESA DI CALCUTTA SCANDALIZZÒ I SUOI CONNAZIONALI NON SOLO CATTOLICI MA ANCHE ORTODOSSI ED ISLAMICI PERSEGUITATI! - Nel 1989 a Santa Teresa di Calcutta fu concesso il visto di rientro in Albania sua patria dopo decenni e decenni. Andò ad accoglierla nientedimeno all’aeroporto la vedova del dittatore comunista Nexhmije Hoxha. Pareva quasi un omaggio alla nota suora che la televisione albanese riprese accuratamente la scena che per i cattolici albanesi fu un colpo durissimo. E l’esaltazione governativa non si era fermata lì: la fondatrice delle Missionarie della Carità in carne ed ossa si era scandalosamente recata persino sulla tomba dell’impenitente Tiranno imperturbabile: avvenimento ben ripreso ed esaltato dai media albanesi.
NON ATTO DI IDOLATRIA MA POTENTE PREGHIERA DI LIBERAZIONE COME QUELLE DI ALTRI SANTI QUALI IN CATERINA DA SIENA DALLA PRESENZA DEI DEMONI CARCERATORI INFERNALI E DELL’ANIMA CHE SI RIVERSA ACCANTO AL CORPO - Non era però la reverenza della Santa ad Enver Hoxha, era, invece, tutt’altro. La visita alla tomba del Dittatore era stata richiesta dalla vedova stessa per placare le urla e la terra in sommovimento, proprio laddove era sepolto il marito. Ella aveva incaricato Ylli Popa [Elbasan 12 gennaio 1930 – Tirana 15 agosto 2017], uno dei più fedeli e duri uomini del regime, e traduttore [interprete?] di Hoxha, di far recapitare la lettera a Madre Teresa in cui la supplicava di venire a pregare su quella tomba per ridare pace al luogo cimiteriale. Impegno che Madre Teresa acconsentì nei confronti di quell’uomo che aveva spensieratamente operato per la gratuita sparizione della Chiesa Cattolica in Albania ben inoltrata nelle crudeli torture e nelle morti rese a vescovi, sacerdoti e fedeli e alle stesse familiari della Santa.
Sono tantissimi – scrive tra le tante Francesco Casarelli nel suo “I Martiri Albanesi: una storia europea” su Notizie/Italia/News on-line del 3 novembre 2016 - gli episodi concreti di questa persecuzione religiosa. Ne citerò alcuni avvenuti nella città di Scutari. Il primo sacerdote fucilato fu, nell’anno 1945, don Lazer Shantoja. Prima dell’esecuzione fu sottoposto a terribili torture durante le quali gli furono spezzati piedi e mani. Sempre nel 1945, la polizia scoprì l’organizzazione nazionalista «Bashkimi Shqiptar» composta da cattolici e musulmani, fondata nel Seminario Pontificio Albanese. Alcuni seminaristi, all’insaputa dei superiori, stamparono alcuni scritti. Il fatto causò l’arresto e la fucilazione del prete italiano Padre Giovanni Fausti e di Padre Daniel Dajani [Blinisht, 2 dicembre 1906 – Scutari 4 marzo 1946]. Ai due venne unito anche il frate francescano Gjon Shllaku [n. nel 1907], accusato ingiustamente di avere fondato il partito Democristiano. Il 4 marzo 1946 venne fucilato il seminarista
Mark Çuni nato il 30 settembre 1919, sempre con l’accusa succitata. Le ultime parole pronunciate dal ragazzo: “Viva Cristo Re… Perdono i miei nemici”. In suo articolo Mons. Zef Simoni scrive: “Molti altri sacerdoti e religiosi furono arrestati, torturati, condannati e imprigionati. Padre Serafin Koda O.F.M. spirò con la trachea strappata. Papas Pandit, prete cattolico di rito bizantino di Korça, fu decapitato e la testa fu lasciata in mostra sul petto, e Papas Josif, anche lui prete di rito orientale di Elbasan, fu sepolto vivo nel campo di lavoro della palude di Maliq. A dom Mark Gjini, torturandolo, fu chiesto di rinnegare Cristo. Al contrario le sue ultime parole in mezzo alle sofferenze furono: «Viva Cristo Re!».
Morì legato in modo da soffocare e il suo corpo fu gettato ai cani; i resti poi furono buttati nel fiume”. La persecuzione religiosa arrivò al suo culmine nel 1967. Enver Hoxha in quel periodo folgorato dall’esempio della Cina Maoista, importò la “Rivoluzione Culturale”, facendo chiudere tutti gli edifici religiosi dell’Albania, sia chiese, sia moschee, trasformandoli in cinema o palestre. I pochi preti rimasti o furono uccisi o deportati nei gulag da dove uscirono dopo molti anni, come il sacerdote quasi novantenne Ernest Simoni, recentemente nominato cardinale da Papa Francesco, che ha praticamente trascorso 35 anni della sua vita o in carcere, o ai lavori forzati. La sua colpa? Aver celebrato una messa considerata “illegale”. Fino alla fine degli anni ’80 in Albania non si sentirà più parlare di religione. La beatificazione dei martiri albanesi sarà l’occasione per gettare una luce su un periodo buio della storia di questo angolo d’Europa, a memoria delle generazioni future.
IN CONCLUSIONE, DUNQUE,
AVVILISCE SENZA ALCUNA RETORICA
LA CONSAPEVOLEZZA CHE QUESTI ORRORI
SIANO IMPERTURBABILMENTE ACCADUTI
PER QUASI MEZZO SECOLO
A SOLI 71 KM
DA PUNTA PALASCIÀ SUL CANALE D’OTRANTO
TRA LE SPONDE DEL SALENTO E DELL’ALBANIA,
E SIANO PERSINO ACCADUTI
ALLE CHIESE SORELLE
DA NOI TOTALMENTE IGNORATE!...
QUINDI, NON È UN CASO
INTER-PEN-INSULARE
GEO-POLITICO
CHE IL 25 APRILE 1467 GLI ANGELI
AVESSERO APPENA TRASPORTATO DA SCUTARI A GENAZZANO
PRESSO ROMA
L’AFFRESCO DELLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO
PER SOTTRARLO ALL’ICONOCLASTIA TURCA:
VIENE COSÌ DA CHIEDERSI:
IL BLASFEMO 6 FEBBRAIO 1967 È SOLO IN SUCCESSIONE CRONOLOGICA COLL’ICONOCLASTA 5 AGOSTO 1966 MAOISTA
OPPURE PONTIFICA PIUTTOSTO
IL MEZZO MILLENNIO ANTI-MARIA-VERGINE
VISTO CHE HOXHA E COMPAGNIA MANICHEA CANTANDO ERANO OSSESSIONATI DALLA SEMPRE-VERGINE MARIA
E DALLA VICINA ITALIA?!
E FIN QUI ROMA…
COME NON AVERE STIMA
DEL NOSTRO BELLISSIMO PASSATO COMUNE ITALICO IMPERIALE ILLIRICO PRIMA
E MEDIOEVALE NAPOLETANO ALBANESE DOPO
OVVERO PASSATO DEL MONDO NATURAL-CRISTIANISSIMO
QUANDO INFINE, TRA LE TANTE,
IN SAN GIOVANNI A CARBONARA
NELLA IMMORTALE CAPITALE NAPOLI, OSSERVIAMO IL BELLISSIMO
MONUMENTO GOTICO
A LADISLAO DI DURAZZO,
AD AGNESE E CLEMENZA D’ANGIÒ-DURAZZO
NELLA CHIESA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
IN SANTA CHIARA…
LA CASA REALE D'ANGIÒ-DURAZZO, INFATTI,
È UNO DEI CINQUE RAMI CADETTI DELLA
PRIMA DINASTIA ANGIOINA
DI NAPOLI [E SICILIA]
A SUA VOLTA DISCENDENTE DALLA DINASTIA CAPETINGIA.
GIOVANNI, CONTE DI GRAVINA E DI ALBE, POI PRINCIPE DI ACAIA,
INFINE
DUCA DI DURAZZO E RE D'ALBANIA,
SUCCEDUTO DA CARLO DI GRAVINA, LUIGI E CARLO DI DURAZZO ED ALTRI.
DI STIRPE ALBANESE IN KOSSOVO NATA NELL’0RA CAPITALE DELLA MACEDONIA DEL NORD ALLORA ALBANIA E IMPERO OTTOMANO - Madre Teresa nasce Anjezë Gonxhe Bojaxhiu il 26 agosto 1910 a Skopje l’odierna capitale della Macedonia del Nord, Vilayet del Kosovo, nell’allora Impero Ottomano, nella benestante famiglia di genitori albanesi originari del Kosovo: Nikollë Bojaxhiu (1874-1919) e Dranafile Bernai (1889-1972). Fu la madre a scegliere i nomi che le furono dati: Anjezë (come Sant’Agnese, il cui nome vuol dire “pura casta”) e Gonxhe (“bocciolo” in lingua albanese). Quintogenita, aveva la sorella, Aga Bojaxhiu (1905-1973), il fratello, Lazar Bojaxhiu (1908-1981) e altri due morti in età infantile. All’età di otto anni rimase orfana per la morte del padre, attivista politico albanese che secondo alcuni biografi morì avvelenato ad opera di agenti serbi, conseguentemente la sua famiglia si trovò in gravi difficoltà economiche; la madre la crebbe secondo i precetti e la fede cristiana cattolica.
PER TUTTI È LA SUORA DI CALCUTTA. IN REALTÀ MADRE TERESA ERA ALBANESE, ED ERA LEGATA A QUESTE SUE RADICI, IL SUO NOME VERO ERA GANXHE BOJAXHIU - Tutti conoscono – scrive Stefano Biraghi – l’11 ottobre 2003 - la sua vita spesa per i più poveri tra i poveri? sulle strade dell’India, la sua fede portata con semplicità in giro per il mondo, la sua testimonianza civile e morale manifestata con risolutezza nei colloqui privati con gli uomini più potenti della terra e nelle assemblee generali delle maggiori istituzioni internazionali. Pochi, però, conoscono la sua giovinezza. Per tanti anni le origini di Madre Teresa, santa il prossimo 19 ottobre, sono rimaste nascoste a causa dell’ostinata e schizofrenica chiusura del regime di Enver Hoxha che negò con intransigenza anche a lei la possibilità di riabbracciare la madre e la sorella prima della loro morte. Abbiamo voluto riscoprirle e seguendo le tracce del rapporto profondo tra la suora, la sua terra e la sua famiglia, siamo partiti per l’Albania. Ecco alcuni frammenti di quello che, sullo sfondo di un paese che prova faticosamente a rialzarsi, abbiamo trovato.
Mamma Drane, papà Kolë. Siamo a Shiroka, sul lago di Scutari, nel Nord dell’Albania: il nostro viaggio sulle tracce della “donna più potente del mondo” (così l’allora segretario generale dell’Onu, Javier Peres de Cuellar soprannominò Madre Teresa, presentandola prima del suo famoso discorso ai delegati riuniti nell’Assemblea generale) parte da qui, da questo piccolo villaggio di pescatori, un tempo luogo di villeggiatura degli scutarini bene ed oggi, per almeno nove mesi l’anno, quasi interamente spopolato dei suoi giovani, costretti, per studio o lavoro, a emigrare all’estero o nella capitale Tirana. Arriviamo mentre fervono i preparativi per uno spettacolo dedicato proprio a Madre Teresa; un gruppo di giovani della diocesi di Sorrento ha realizzato un musical (La matita di Dio) sulla vita della suora e lo sta portando in tournée in alcune città dell’Albania. Al centro del villaggio, davanti alla chiesa di San Rocco e di fronte a un fantastico panorama del lago, ci accoglie padre Giuseppe de Guglielmo, missionario orioninoche da alcuni anni è parroco qui e in altri quattro villaggi della zona. È stato lui ad invitarci a partire da Shiroka nella nostra ricerca sulle origini albanesi di Madre Teresa. E ci spiega subito le ragioni. “La famiglia Bojaxhiu è originaria di questo villaggio”, racconta il sacerdote. “I nonni di Madre Teresa, Lazër e Çeçile, abitavano qui; a quel tempo, siamo più o meno a metà del XIX secolo, anche una via di Shiroka portava il nome dei Bojaxhiu. Che erano una famiglia importante. Ricca. Erano commercianti e i loro affari arrivavano fino a Misir, in Egitto”. Madre Teresa, come San Francesco, dunque, era figlia di ricchi commercianti. “Alcuni rami della famiglia erano veramente molto ricchi”, continua padre Giuseppe, “ma i Bojaxhiu erano famosi anche per la generosità tanto che, in alcune parti dell’Albania, essa è divenuta quasi paradigmatica e ancora oggi si usa dire “sei generoso come un Bojaxhiu?”. Scopriamo da padre Giuseppe che gli ultimi anziani parenti albanesi della suora hanno vissuto qui fino alla loro morte alla fine degli anni 80. Gli chiediamo di aiutarci a riordinare un pó le idee sulla biografia di Madre Teresa. “Lei è nata nel 1910, il 26 agosto, a Skopje, in quella che è oggi è la capitale della Macedonia ma a quel tempo era una florida cittadina del Regno d’Albania, a sua volta parte del grande e ormai decaduto Impero Ottomano”. I genitori di Madre Teresa, Kolë e Drane Bojaxhiu, fecero battezzare la figlia con due nomi: Ganxhe (che in albanese significa “bocciolo”) e Agnes; era la terza figlia della coppia, prima di lei erano nati Age, la sorella maggiore, e Lazër, il fratello che ha vissuto fino alla morte a Palermo. L’esempio del padre - Papà Kolë era un uomo molto noto a Skopje. Da Scutari, dove era nato, si era trasferito ancora giovane con alcuni parenti a Prizren, nel Kosovo, e lì aveva cominciato a curare una parte delle attività commerciali della famiglia.
Lì conobbe anche Drane, originaria di Novorile, vicino a Gjakova; il matrimonio, com’è tuttora diffusa usanza in Albania, si concordò tra le due famiglie che erano legate da rapporti economici. Una volta sposati i due si trasferirono a Skopje. Qui fu prima titolare di un’attiva impresa edile, poi, socio d’affari di un commerciante italiano nell’esportazione di generi alimentari, tessuti e ingredienti per prodotti farmaceutici. Era conosciuto da tutti per la sua generosità e per la sua capacità di aiutare gli altri senza farsi notare; spesso mandava proprio i suoi figli a portare di nascosto denaro, cibo o vestiti nelle case delle famiglie più povere. Fu molto impegnato anche nella vita cittadina, in prima linea per la lotta di liberazione dai Turchi e per la rivendicazione, spesso scomoda in una regione già a quel tempo infestata da scontri etnici e religiosi, dei diritti delle minoranze cattoliche. Morì di emorragia, forse avvelenato, nell’autunno del 1918 di ritorno da un’accesa riunione politica a Belgrado cui aveva partecipato come consigliere comunale della città di Skopje. Era l’autunno del 1918 e Ganxhe Bojaxhiu aveva solo otto anni.
La vocazione di Ganxhe - Ne passarono altri dieci prima che Ganxhe prendesse la decisione di farsi suora e lasciare casa. Furono anni di studio (al ginnasio era la prima della classe) e di impegno nella comunità parrocchiale: aiutava il parroco nel catechismo, cantava nel coro, recitava a teatro (amava scrivere poesie) ed era una grande organizzatrice di feste per più piccoli. Fu proprio nella chiesa del Sacro Cuore di Skopje che venne a conoscenza del lavoro di un gruppo di gesuiti jugoslavi nel Bengala. Ne rimase affascinata e mantenne i contatti. In quegli anni la figura centrale in casa Bojaxhiu era mamma Drane; dopo il tracollo economico familiare seguito alla morte del marito, la donna prese le redini domestiche lavorando giorno e notte come sarta. Tutti in casa la chiamavano Loke, un vezzeggiativo che in Albania i figli spesso usano per indicare una madre forte e affettuosa. Accompagnò la figlia nella sua vocazione e, il 26 settembre 1928, al momento della partenza di Ganxhe per il primo periodo di noviziato a Rathfarnhan, in Irlanda, volle salire sul treno con lei fino a Zagabria. Forse aveva intuito che non si sarebbero più riviste. E fu proprio così. Ritorno a Tirana - Ganxhe restò due mesi in Irlanda per imparare l’inglese, poi partì per l’India e diventò Suor Teresa, in onore di Santa Teresa di Lisieux che era stata da poco canonizzata. Negli anni successivi portò in tutto il mondo il dolce, rugoso volto di Madre Teresa ma non riuscì mai più a riabbracciare i suoi familiari rimasti in Albania. Negli anni 70 andò a Skopje, divenuta Macedonia, e nel Kosovo, divenuto Jugoslavia, ma i suoi parenti non erano già più là. Oggi, dov’era la sua casa natale c’è un centro commerciale. Mamma Loke e la sorella Age si erano trasferite a Tirana. Vivevano in ristrettezze e, per via di quella parentela “scomoda”, sempre sotto il rigido sguardo della polizia segreta. Enver Hoxha, nel frattempo, continuava a negare alla suora il visto d’ingresso nel Paese. Nel 1990 [89?], caduto il regime, mentre migliaia di profughi cercavano di fuggire verso l’Italia, Madre Teresa tornò in Albania; paradossalmente la prima cosa che fece fu andare a ritirare un premio dalle mani di Nexhmije Hoxha, la vedova del dittatore. Le strinse con dolcezza. Fu la chiave per poter far entrare subito le sue suore in quella terra; quando, nel marzo del 91, riuscì finalmente a pregare e spezzare rametti di alloro sulla tomba della madre e della sorella nel piccolo cimitero diKombinat, alla periferia di Tirana, le case albanesi delle Missionarie della Carità erano già tre. Oggi sono sei. Il 25 aprile 1993 Madre Teresa accompagnò Giovanni Paolo II nel pellegrinaggio a Scutari; presenziò all’inaugurazione della cattedrale e simbolicamente fece da testimone alla ricostruzione delle gerarchie ecclesiastiche albanesi falcidiate dalle persecuzioni comuniste. Fu il suo ultimo viaggio in patria; in quell’occasione riuscì ad abbracciare anche Mikel Koliqi, un sacerdote che aveva passato decenni nelle carceri di regime (nel 94 fu creato cardinale dal Papa). Anche lui, come Madre Teresa, morì quattro anni più tardi e, come i nonni di Madre Teresa, era nato a Shiroka, sulle dolci rive del lago di Scutari. Nell’amara terra d’Albania.
http://www.vita.it/it/article/2003/10/11/santa-teresa-dalbania/27966/
SERGEJ NIKOLAYEVICH KOURDAKOV
[PRIMO MARZO 1951 – 1 GENNAIO 1973], L'EFFERATO
PERSECUTORE SQUADRISTA LIBERAL-BOLSCEVICO
CHE SI CONVERTÌ A CRISTO
MORENDO QUALE SUO MARTIRE
IL
CONFLITTO RUSSO-UCRAINO
SCOPPIATO IL 23-24 FEBBRAIO 2022 [1719° ANNIVERSARIO DELL’INIZIO DELL’ERA DEI MARTIRI OVVERO DELLA PERSECUZIONE IMPERIALE PIÙ LUNGA E PIÙ FEROCE CON DIOCLEZIANO E GENERO GALERIO]
AL DI LÀ DELL’AGGRESSIONE POLITICA
RIMANDA AD UNA AGGRESSIONE AD ARTE IGNORATA E FATTA IGNORARE
OVUNQUE NEL MONDO
IL CUI TORTO NON È STATO MAI SALDATO NÉ AL DI QUA NÉ AL DI LÀ
DEL MURO DI BERLINO,
FERMI RESTANDO INFATTI TUTTI GLI ALTRI MARTIRI ARTATAMENTE OCCULTATI DAL SISTEMA RIFORMATO-RIVOLUZIONARIO
DALLA RIVOLTA WYCLIFFITO-HUSSITA BOEMA DEL 1419 PER OGGI
ED IN AVVENIRE
IN EUROPA E NEL MONDO!
L’ASSASSINIO
DI SERGEJ NIKOLAYEVICH KOURDAKOV
[PRIMO MARZO 1951 – 1 GENNAIO 1973]
È LA PROVA EVIDENTE DI TALE
STRAPOTERE ANTICRISTIANO DEISTA VOLTERRISTA
IN TUTTO IL GLOBO!
I MARTIRI DELL’EST EUROPEO UCCISI DUE VOLTE DALLA SETTA IDEOLOGICA LIBERALE AL DI LÀ ED AL DI QUA DEL MURO DI BERLINO DIVENUTO IL SIMBOLO IDEOLOGICO ANCHE PER I BALCANI ROSSI: 23-24 FEBBRAIO 2022 LA NEMESI STORICA CHE NON SI LASCIA ATTENDERE PER RIEQUILIBRARE LA GIUSTIZIA METAFISICA NATURAL-CRISTIANISSIMA! - Secondo me questo vicolo cieco bellico che dal 23-24 febbraio 2022 assieme a Confederazione Russa ed Ucraina travolge il mondo intero fino al punto che oggi 9 maggio la stessa ONU è dovuta scendere in campo ad esortare i Governi a riaprire i porti alle navi sanzionate prima che sia troppo tardi ovvero prima che una orribile carestia penalizzi ulteriormente le sventurate popolazioni del mondo appena dopo la concomitante chiusura dell’Emergenza covid 19 i cui strascici, pero’, sono tuttora ancora radicati e presenti!...
Questo tunnel generale al di là degli schieramenti in campo è dovuto ai fatti e misfatti del recente passato, che senza scomodare il Santo Vangelo perseguitato basta porsi dinanzi alla dea naturale Nemesi:
lo Stato della Confederazione Russa
deve saldare i conti
con la ferocissima persecuzione bolscevica anti-cristiana princeps
dal 1917 inoltrata anche dal 1944 in poi nell’Est Europeo, nella Penisola Balcanica di cui Enver Hohxa è l’inevitabile espressione, nella Spagna e Catalogna 1936-39 ed altrove in Asia e nel mondo,
ed il cosiddetto
mondo libero occidentale
deve saldare i conti
col meschino tombale silenzio connivente
con tale orribile persecuzione a pochi chilometri dalla terra di Otranto da far urlare appunto persino la tomba medesima di Enver Hoxa di fronte a tanta meschina indifferenza postulatoria.
non dimenticherò mai
la manifestazione del dramma
raffigurata da sola
nel testo “I nuovi perseguitati” [Piemme, 2002] di Antonio Socci:
dopo che un pio sacerdote dell’Est aveva denunciato in un convegno in Roma i crimini inauditi malthusiani del Liberal-bolscevismo, imbattendosi da solo con un confratello liberal si sentì cinicamente rimproverare: «Mica credi tu stesso a tutte le balle che hai appena narrato!... i presenti hanno subito concluso che non vi crederanno mai!».
A quel prete così arrogante ed ignorante e forse immedicabile risorgimentale modernista liberal-bolscevico lui stesso, rispondiamo: confuti ora se è capace con tali parole strafottenti le stesse narrazioni puntualmente riportate nella causa di beatificazione di tali martiri ovvero confuti il Magistero stesso della Chiesa Cattolica!
È
il momento anche
di richiamare taluni agiografi
che nel portare all’estremo
le richieste testimonianze storiche
su tortura e uccisione afferenti il Martirio di tanti e tanti Martiri lo sminuiscono totalmente dal negare alla leggenda che pure fa parte in qualche modo della stessa Storia di non avere un pur minimo residuo dei fatti accaduti!...
IDDIO CI GUARDI DALLE FUSIONI ED UNIONI LIBERAL-BOLSCEVICHE GIACOBINE! - Riguardo alle Aggressioni nella Storia tra Russia ed Ucraina è almeno innegabile che vi fosse anche tanto in comune non solo dall’evangelizzazione dei Santi Cirillo e Metodio a Kiev, lo stesso Stato Gran-Piemontese sedicente Italiano che oggi si strappa le vesti è infatti sorto lui stesso aggressivamente usurpando l’intero Arcipelago Pen-e-Insulare Italico dopo aver sottratto persino il titolo reale alla colonizzata propria Sardegna con la sedicente fusione 29 novembre 1847!... Quando il 17 marzo 2011, infatti, Barach Obama lo ha pacchianamente esaltato dalla Casa Bianca nel 150° Anniversario di sedicente legittima fondazione, avrebbe dovuto solennemente leggere l’atto giuridico col quale i suoi Stati Uniti d’America lo riconobbero ufficialmente in quel 1861 e 1871 con l’usurpazione stessa finale di Roma!... Inutile cercarlo, non c’è né negli Archivi della Casa Savoia della Svolta Settaria Carbonara né a Washington!... Impossibile legalizzare al misfatto il Postulato dell’Aggressione unico al mondo dal nome Regno Sabaudo d’Italia cui seguono le Aggressioni ed Usurpazioni dello Stato Gran-Prussiano con la Slesia nel 1740 in testa!...
UNA CONFUSIONE COSÌ INDISTRICABILE CHE CI SI RINUNCIA A DOVERLA CHIARIRE SENZA ALCUNA RETORICA ESATTAMENTE QUANDO PER LA PROMESSA DI FAR VINCERE LORO LA GUERRA DALL’ALTO SUL GRAN-PRUSSIANESIMO NAZIONALE SOCIALISTA ALL’EREMITA LIBANESE ELIA, LE GUARDIE STALINISTE ACCOMPAGNAVANO SOLENNEMENTE QUANTO UFFICIALMENTE PER LE LORO CITTÀ LA MADONNA DI KAZAN PATRONA DI TUTTE LE RUSSIE DIETRO ESPLICITO ORDINE DEL SATANISTA IMPENITENTE STALIN! -La stessa confusione di dimensione babelica non solo nella gente comune ma in parte del blocco intellettuale sulla Russia attuale e sull’Occidente è un indizio incontrovertibile. I comunisti nostalgici veramente ideologici continuano ad identificare tutta la Russia ancora col Liberal-bolscevismo mentre i tanti nostri credenti che persino a me sacerdote in cura d’anime risulta difficile a far comprendere loro che la Russia cui si riferiva la Madonna tra 13 maggio e 13 ottobre 1917 a Fatima è lo Stato Liberal-bolscevico che va dall’ottobre 1917 al 25 dicembre 1991, non quella attuale naturale che ricostruisce la chiese distrutte dal Liberal-marxismo.
TRA UNIONE ECONOMICA EUROPEA E CONFEDERAZIONE RUSSA, IL LAICISMO IMMEDICABILE STA MOLTO PIÙ NELLA PRIMA CHE NEGA PERSINO L’EVIDENZA DELLE EVIDENZE: LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA – QUANDO INFATTI LO STATO SOVIETICO DOVETTE CELEBRARE IL MILLENNIO NAZIONALE RUSSO EBBE L’ENORME DIFFICOLTÀ DI IMBATTERSI COL CRISTIANESIMO RICORRENDO ALLA TATTICA SCISMATICO-ERETICA ANGLICANA E DEISTA ILLUMINISTA CHE NEL MEDIO EVO L’INGENUITÀ NELLA FEDE IN DIO FACEVA ANCORA PARTE DELLA IMMATURITÀ DEL GENERE UMANO CHE VERRÀ POI SUPERATA SOLO CON LE RIFORME ILLUMINISTE! - Considerare l’attuale Russia il pericolo assoluto per la fede cristiana non vedendo le sedi occulte massoniche dell’Alta Finanza Cesarista coi rispettivi Governi laicisti occidentali che favoriscono ovunque qualsiasi religione purché non sia innanzitutto quella cattolica o l’altra confessione ortodossa è assurdo!... Discorso troppo complesso ed articolato cui occorre rinunciarvi ma non possiamo non negare la seguente verità: lo Stato Russo attuale che si sta scontrando coll’intero Sistema occidentale non è certo più quello in tutto privilegiato quando perseguitava la fede cristiana!... Il riassetto dell’Europa a causa del II Conflitto Mondiale non fu forse preceduto dalle 4 Conferenze anglo-staliniste di Mosca dal 1941 al 1944!... Nell’ultima celebrata il 9 ottobre 1944, nel Millennio, Centenario e 76° Anniversario [il 76, numero inconfondibile statuale statunitense!] Winston Churchill parlò di Patto delle percentuali che portò i leader anglofoni vincitori Roosevelt e Churchill a Jalta nella Penisola di Crimea il 4-11 febbraio 1944 senza Charles De Gaulle o un suo inviato!... Contro lo stesso Muro di Berlino la protesta diplomatica anti-sovietica non giunse a tanto!...
https://www.youtube.com/watch?v=yv5f0iqqpeie
LA MUSICA CHE HA IL CULTO PER I DITTATORI LIBERAL-COMUNISTI - Aarset, Øystein, [noto con lo pseudonimo: Euronymous] (Surnadal, 22 marzo 1968 – Oslo, 10 agosto 1993) è l’esponente del rock satanista nell’espressione estrema metal dalla voce del Diavolo, chitarrista e produttore discografico norvegese di origini lapponi [Burzum Italia - News Archiviato il 23 dicembre 2011 in Internet Archive]. Chitarrista e cofondatore del gruppo black metal norvegese “Mayhem” [1984], in cui, il cantautore Dead, pseudonimo di Per Yngve Ohlin, nato a Västerhaninge il 16 gennaio 1969 si suicida a Kråkstad l’8 aprile 1991). Fondatore della “Deathlike Silence Productions”, casa discografica rivolta principalmente alle band black metal emergenti e del negozio di dischi “Helvete”. Anche fondatore della presunta cerchia criminale norvegese chiamata Inner Circle, setta seguaci del Satanismo e del black metal che compiva diversi atti vandalici nei confronti di luoghi cristiani e, in alcuni casi, addirittura minacce e omicidi. È considerato una sorta di “padrino” della scena black metal norvegese. [cfr. il Black Metal in Norvegia, su metal.it, www.metal.it. URL consultato il 17 maggio 2020]. Si riteneva fondatore del Satanismo teologico consistente nel rovesciamento irrinunciabile totalitario dei dogmi cattolici vedendo tale realizzazione epocale nel rogo delle chiese cristiane. Politicamente fu simpatizzante di Iosif Stalin, nato Iosif Vissarionovič Džugašvili (Gori, 6 dicembre 1878 [quella inventata da dittatore 21 dicembre] – Mosca, 5 marzo 1953), Pol Pot, pseudonimo di Saloth Sâr (Prek Sbauv, 19 maggio 1925 – Anlong Veng, 15 aprile 1998), Kim Il-sung (Kim Il-seong, Kim Ilsŏng, nato Kim Song-ju; Mangyongdae-guyok, 15 aprile 1912 – Pyongyang, 8 luglio1994), Enver Halil Hoxha (Argirocastro, 16 ottobre 1908 – Tirana, 11 aprile 1985). Attivista di “Rød Ungdom” (RU, letteralmente: «Gioventù Rossa»), movimento giovanile norvegese d’ispirazione comunista [Nicolas Castelaux, “Mayhem & Burzum: À feu et à sang”, Rosières-en-Haye, Camion Blanc, 2010, ISBN 978-2-35779-052-0]. L’avversione metallico-esoterica verso il Fascismo invece è nota. Il satanista britannico Aleister Crowley, pseudonimo di Edward Alexander Crowley (Leamington Spa, 12 ottobre 1875 – Hastings, 1º dicembre 1947) A Cefalù si dedicava in maniera esclusiva allo studio approfondito dell’occulto e della divinazione. Con l’affermarsi del Fascismo le cose iniziarono a complicarsi, e nell’aprile del 1923 fu espulso dall’Italia per ordine diretto del Duce Benito Mussolini che era venuto a conoscenza dei riti satanici immorali che accadevano all’interno di Villa Santa Barbara. Wikipedia che andiamo consultando il 22 giugno 2022, recita: “A modo suo, Aarseth, immaginava un comunismo con tendenze sataniste”. Ferme restando le radici massoniche, quindi sataniche nel Comunismo, tra le tante, noi abbiamo visto anche nel testo “Halloween” l’israelita convertito al Luteranesimo, il pastore perseguitato Richard Wurmbrand (Bucarest, 24 marzo 1909 – Torrance, 17 febbraio 2001), denunciare nel suo “L’altra faccia di Carlo Marx” Edizioni Uomini Nuovi, Marchirolo (Varese) 1986) il Satanismo inconfondibile presente nel Liberal-Marxismo. Aarset odia il dogma cattolico che si prefigge di distruggere, la vedova Hoxha ricorre ad una suora cattolica per esorcizzare la tomba del marito: si vede con chiarezza come la Chiesa Cattolica fosse il baluardo insormontabile al Satanismo assieme agli altri cristiani, che, direbbe l’Abate Vincenzo D’Avino in pieno XIX secolo, le si accostano sempre più vicini nella stima e nella fede.
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