UN MIRACOLO MERAVIGLIOSO DI GESU' BAMBINO MA ANCORA SENZA SANTUARIO! [GIULIANO LILLI PRESBITERO]


ORMAI SONO PIÙ DI TRENT’ANNI CHE L’UNGHERIA 
SI È LIBERATA DELLA DITTATURA LIBERAL-BOLSCEVICA:
PERCHÉ, DUNQUE NON SI INDICANO CON PRECISIONE 
NOMI E LUOGHI DELL’ACCADUTO
PARTIRE DALLA PARROCCHIA 
VI SI EDIFICA UN BEL SANTUARIO!...
LO ESIGE LA SCIENZA STORICA QUANTO QUELLA AGIOGRAFICA!


GESÙ BAMBINO APPARVE IN UNA SCUOLA DI BAMBINI UNGHERESI

ACCADDE IL 17 DICEMBRE NELL’EST MASSONICO BOLSCEVICO EUROPEO

MIRACOLO DI NATALE

                                                   “Gesù Bambino esiste”, ribadisce Angela.



  L’AGIOGRAFA CHE HA DIFFUSO TALE MIRACOLO SCOLASTICO DI GESÙ BAMBINO NON È UNA CATTOLICA INTRANSIGENTE MA PROGRESSISTA, LA CUI TESTIMONIANZA QUINDI È ANCORA PIÙ FORTEMENTE DEGNA DI FEDE - Questa è una storia vera scritta dalla giornalista Maria Winowska la quale fu amica di Giovanni Paolo II e apprezzata scrittrice di agiografia. Ella nasceva nel giorno di Maria Vergine Assunta in anima e corpo in Cielo ovvero il 15 agosto 1909 a Sieniawa (nell’allora Galizia austriaca) e moriva il 4 aprile 1993 à Champcueil a 39 km a Sud di Parigi.  Nel 1927 si laureò in Filologia classica e romanza all’Università Jean-Casimir di Lwów. Fu assistente di Edward Porębowicz in Polonia. Dal 1931 al 1934  lavorava in una libreria. Nel 1933 fu una delle fondatrici della rivista “Verbum” a Varsavia, di cui fu la prima segretaria nel 1934.

Dal 1940 era a Tolosa partecipando alla Resistenza francese  anche nei servizi segreti divenendo dopo la guerra membro attivo degli immigrati polacchi dalla Francia.


    Nel 1952 riceveva il premio Constant-Dauguet dall’Accademia di Francia per il suo libro “Le Fou de Notre-Dame, Le Père Maximilien Kolbe”. Durante i suoi viaggi all’estero, si avvicinava a Stefan Wyszyński. Nel 1956 pubblicava sotto lo pseudonimo di Claude Naurois il libro intitolato «Dio contro Dio?»  e per sottotitolo: «dramma dei cattolici progressisti in una Chiesa del silenzio» mentre nel 1962 pubblicava sotto lo pseudonimo di Pierre Lennert l’altro testo dal titolo «La Chiesa cattolica in Polonia» descrivendo le politiche del governo comunista nei confronti della Chiesa. Negli anni ‘70 è stata uno degli amministratori dell’“Alleanza per l'indipendenza della Polonia” (ovvero dell’organizzazione di opposizione democratica polacca a Mosca).

    Maria Winowska ha pubblicato diversi libri in polacco e francese, tra gli altri, “Il vero volto di Padre Pio, sacerdote e apostolo”   (1955), “Paolo VI, papa dell’Epifania” (1970), “Il segreto di Massimiliano Kolbe” (1971), “Legge di Misericordia. La missione di suor Faustina” (1974), “Giovanni Paolo II, Tutto per tutti” (1979), “La storia di un uomo che ha scelto più libertà” (Parigi - 1953, Cracovia - 1992), “Il pazzo di Nostra Signora Padre Maximilian Kolbe”, Prefazione di Monsignor Bruno de Solanges, Edizioni Buona Stampa, imprimatur: Parisiis die 6 martii 1950, Petrus Brot, V, G. [cfr. Elenco dei file INSEE  [ archivio ], (pl) Tygodnik Katolicki Niedziela  [archivio], La Polonia di Lourdes, Krystian Gawron, vicerettore della Missione Cattolica Polacca, (pl) Recogito 37  [archivio] - E il Verbo si fece carne

    Maria Winowska (che fu amica di Giovanni Paolo II e apprezzata scrittrice di Agiografia) si impegnava a pubblicare questo racconto vero che le venne narrato da un parroco ungherese.

    “Chiunque potrebbe prendermi per pazzo 
o per un esaltato - le disse 
P. Norbert - se non vi fossero trentadue scolaretti 
a testimoniare la verità dell’accaduto”.

    “Nella mia parrocchia in Ungheria, piccolo paese di 1500 anime, da dove il potere avverso mi allontanò totalitariamente, avvenne un fatto strano.
La maestra elementare era una fanatica militante atea. Tutte le sue lezioni erano imperniate sul tentativo di eliminare Dio dalla vita dei bambini, per farne un giorno degli imperturbabili giovani atei. Ogni occasione era quindi buona per sminuire la nostra Santa Religione Cattolica nel deriderla e screditarla. 

     I bambini intimiditi non osavano difendersi in quanto le loro famiglie erano credenti e fedeli nell’adempimento dei doveri religiosi. In genere, le continue sciocchezze con cui la maestra, signorina Gertrud, bombardava continuamente i bambini, non avevano alcun effetto rilevante su di loro perché ben informati dai genitori.  






   ERA SATANA CHE POSSEDEVA IN PIENO LA MAESTRA AD AVVERTIRE ED AVVERSARE LA PRESENZA DELLA GRAZIA DIVINA! -  Io – seguita il curato P. Norbert - in parrocchia mi impegnavo con tutte le forze a sostenere spiritualmente i bambini per abituarli a ricevere spesso il Sacramento della Comunione. E, caso strano, la signorina Gertrud sembrava avere un fiuto misterioso per individuare chi si era comunicato e queste sue “pecore nere”, come lei le chiamava, le trattava con sfrenata rabbia. Sembrava che lo avesse saputo da questa o da quella spia.

   Nella IV/A vi era Angela di dieci anni. Era molto intelligente e capace, ma le sue compagne non la invidiavano perché aveva un cuore d’oro ed era sempre pronta ad aiutarle. Angela un giorno mi chiese di poter fare tutti i giorni la Santa Comunione. “Ma sai di cosa ti carichi?” le chiesi. Rise birichina come se volesse fare uno scherzo a qualcuno. “Signor Parroco, la maestra non mi potrà rimproverare facilmente, glielo posso assicurare. Sarà ancora più diligente... Per favore, non mi dica di no. Quando prendo la Comunione mi sento più forte. Dica di sì, devo dare il buon esempio e perciò devo avere molta forza!”. Sebbene con preoccupazione fui costretto a dirle di sì. 





    Da quel momento la IV/A divenne un piccolo inferno. Angela sapeva impeccabilmente tutto ciò che la maestra le chiedeva, che, però riversava su di lei la sua cattiva luna e la maltrattava in ogni modo. La bambina sopportava tutto pazientemente divenendo però visibilmente sofferente.

Senti Angela, ma non è troppo pesante?”.

“No, Signor Parroco. Gesù ha sofferto molto di più quando gli sputavano addosso. 
Questo non mi è ancora capitato”.

    Il coraggio che dimostrava mi riempì di grande ammirazione. Angela non venne mai a lagnarsi da me del pessimo trattamento che riceveva, ma le sue compagne mi raccontavano piangendo dei mirati attacchi della maestra: dal lato del profitto, non poteva rimproverarle niente, e, così, si inventava ogni giorno qualcosa di nuovo pur di toglierle la fede. Scavalcando il suo programma di insegnamento, la signorina Gertrud aprì tutto il suo arsenale ateista a beneficio delle sue scolare e Angela non poté farci niente. Stava in piedi, muta a capo chino, soffocando i singhiozzi. Il suo credo rimase però inalterato, ma come difenderlo? Le lezioni divennero dal mese di novembre sempre più un duello tra la maestra e la scolara. Apparentemente trionfava la prima ed aveva lei sempre l’ultima parola.
    Perché dunque questa tenacia? Probabilmente era il silenzio di Angela che esasperava la maestra. Le compagne di classe disperate chiesero il mio aiuto di parroco. Cosa potevo fare? Il mio tentativo avrebbe avvelenato ancora di più l’atmosfera. Provvidenzialmente Angela tenne duro. Non rimase altro che pregare, pregare con tutte le nostre forze. La cosa si sparse nel circondario. Nessuno mi rimproverava per aver quotidianamente dato la Santa Comunione ad Angela. Non era un segreto per nessuno che attraverso questa fragile bambina la maestra voleva colpire un bene comune, il tesoro della Fede. 

   I genitori incoraggiavano la loro figlia a resistere ed improvvisamente Angela si trovò al centro dell’interesse comune. Tutti ammiravano la sua forza e lei era la sola a non rendersene conto. Si sentiva umiliata per la sua incapacità a difendersi e per non saper portare i motivi per la sua fede. Poco prima di Natale, esattamente il 17 dicembre, la signorina Gertrud escogitò un tal piano crudele, che, come lei pensava, avrebbe eliminato una volta per sempre la fede inutile che impestava la sua classe. 

Il fatto merita di essere raccontato in tutti i suoi particolari.

     Angela fu involontariamente coinvolta in un gioco di domande e risposte.

   “Che cosa fai se i tuoi genitori ti chiamano?”. “Vado”, rispose la ragazzina timidamente sottovoce. “Molto bene. Ti senti chiamare e vai subito, come fa una brava bambina. Che cosa succede se i tuoi genitori chiamano lo spazzacamino?”. “Viene”, rispose Angela.
Il suo cuore batteva in fretta, si aspettava un tranello, però non immaginava di quale genere fosse. La signorina Gertrud continuava con le sue domande: “I suoi occhi brillavano come quelli del gatto che gioca con il topo, guardava in maniera così cattiva, così cattiva!”, mi raccontò più tardi una delle piccole testimoni.
Bene mia piccola. Lo spazzacamino viene perché c'è, perchè è vivo”. Un momento di silenzio. “Tu vieni perché sei viva. Però, per esempio, i tuoi genitori chiamano la nonna che è morta. Verrà?”. “No non credo”. “Brava. E se chiamano Barbablù? Oppure Cappuccetto Rosso? Oppure Pollicino? Ti piacciono le fiabe, no? Allora cosa succederà?”. “Non verrà nessuno, perché sono fiabe”. Angela sollevò il suo sguardo limpido, però lo riabbassò subito.
“I suoi occhi mi avevano fatto male” mi confidò più tardi [in quanto posseduti dal Maligno]. Il dialogo proseguì. “Molto bene - gongolò la maestra - mi sembra che oggi tu riesca a pensare più chiaramente. Dunque bambini vedete che qualsiasi vivente che esiste, viene se lo si chiama. E chi non viene quando è chiamato, o non esiste oppure non è più vivo. è chiaro, vero?




E adesso

supponiamo di chiamare

Gesù Bambino.

C’è ancora qualcuno di voi

che

crede in Gesù Bambino?”.


    Per un attimo tutto tace. Poi, alcune voci timide dicono: “Sì, sì...”. “E tu, Angela, credi tu che Gesù Bambino ti senta se lo chiami?”. Angela si sentì improvvisamente sollevata da un peso. Ecco dunque il tranello di cui non poteva immaginare la portata. Con grande slancio rispose: “Certo, credo che mi senta”.

    “Molto bene, adesso facciamo un tentativo. Se Gesù Bambino c'è, entrerà se voi lo chiamate. Chiamate dunque tutti insieme molto forte: “Vieni, Gesù Bambino!” Uno, due, tre, tutti insieme”. I bambini abbassarono la testa e in un silenzio di tomba si sentì una risata satanica. “E qui vi volevo. Questa è la mia prova. Non avete il coraggio di chiamarlo, perché non esiste, come Pollicino, Barbablù, perché sono semplicemente delle favole... storie per vecchietti seduti di fronte al camino, storie che nessuno prende seriamente perché non sono vere”.

     Sconvolti, i bambini tacevano ancora. Angela era sempre muta e mortalmente pallida. Improvvisamente successe la cosa inaspettata. Angela saltò di colpo in mezzo alla classe mentre i suoi occhi lanciavano scintille: “Noi lo vogliamo chiamare! Ascoltate! Tutti insieme diciamo: - “Vieni, Gesù Bambino!” – . In un attimo tutta la classe si alzò. Con le mani giunte, gli sguardi invocanti ed i cuori gonfi di smisurata fede i fanciulli gridarono: “Vieni, Gesù Bambino!”.

   La maestra non era preparata a ciò, involontariamente fece due, tre passi indietro mantenendo lo sguardo fisso su Angela in un silenzio di tomba. Poi di nuovo la voce cristallina: “Ancora una volta!”. Era come un grido che avrebbe potuto far crollare i muri, come più tardi spiegò un bambino. Paura, impazienza, dubbio ricacciato dentro che poteva in ogni momento esplodere, sotto l’influsso di una di loro che improvvisamente si era proclamata la rappresentante di tutti: l’impulso dell’unità che aveva colpito tutti!... Ma forse non vi era l’attesa del miracolo. “Io gridavo, però non mi aspettavo niente di particolare”, mi disse Gisela. E invece accadde. Ve lo racconterà – precisa padre Norbert - con le stesse parole dei bambini, li ho interrogati uno per uno.

   La loro libera espressione sembrò più perfetta di una rappresentazione che avremmo potuto dare noi adulti. Alcune loro frasi mi sono rimaste impresse indelebilmente. Anche io, povero pastore di anime com’ero, avevo bisogno di un segno. Troppo spesso non si crede a sufficienza! I bambini non guardavano verso la porta bensì il muro davanti a loro e Angela risaltava su questa cornice bianca. Ma la porta si aprì silenziosamente. Videro che una forte luce si concentrava sulla porta. 

Questa luce

 cresceva, cresceva,

 poi divenne

 un globo di fuoco.

Ebbero improvvisamente paura, però tutto accadde così in fretta che non ebbero nemmeno il tempo di gridare. 


Il globo si aprì

dentro apparve

un  Bambino splendido

come non ne avevano 

mai visto.


Il Bambino 

sorrideva loro

senza dire una parola.


La Sua infinita presenza

era una infinita dolcezza.

Non avevano più paura,

vi era solo gioia.


Durò... un momento? Un quarto d’ora? Un’ora? Le opinioni a questo punto stranamente erano diverse. Certo è che l’accaduto non superò un’ora di lezione. Il Bambino era vestito di bianco e sembrava un piccolo sole. La luce proveniva da Lui stesso. 

La luce del giorno

sembrava scura al confronto.


Alcune delle ragazze rimasero come accecate e faceva loro male agli occhi. Altre poterono guardarlo senza conseguenze. 

Non diceva niente,

sorrideva solo,

poi scomparve nel globo di luce

che si dissolse.

La porta si richiuse dolcemente da sola. Piene di emozione, il cuore ricolmo di gioia, le fanciulle non potevano pronunciare parola. 

Un grido acuto ruppe il silenzio.

Quasi impazzita e con gli occhi che le uscivano dalle orbite, la maestra gridò:


 “è venuto, è venuto!”, 


   poi scappò e sbatté dietro di sé la porta. Ad Angela sembrava di svegliarsi da un sogno. Disse semplicemente: 

“Avete visto, Gesù Bambino esiste. E adesso ringraziamo”.

Tutti si inginocchiarono commossi e recitarono il Padre Nostro, l’Ave Maria ed il Gloria al Padre. Poi uscirono dalla classe perché era arrivato il momento della pausa. La cosa si sparse molto in fretta. I genitori mi chiesero di interrogare i bambini ed io li interrogai singolarmente. 

Posso testimoniare 

sotto giuramento 

di non aver trovato nei loro racconti 

la benché minima contraddizione.


E ciò che mi ha più sorpreso è che l’avvenimento non sembrò loro niente di straordinario. “Avevamo bisogno di aiuto - mi raccontò una delle fanciulle - Gesù Bambino doveva venire ad aiutarci”.

   Padre Norbert ha raccontato una storia della quale lui stesso, con la sua grande Fede è rimasto sconcertato, e conclude che chiunque potrebbe prenderlo per pazzo o esaltato, se non ci fossero trentadue scolaretti di una classe di Ungheria a testimoniare la verità dell’accaduto.

   La maestra della scuola, atea, non vedeva di buon occhio lui, che insegnava ai suoi alunni la Religione e, tanto meno, approvava che alcuni di loro, prima di recarsi a scuola, passassero in chiesa a fare la Comunione. Questi erano per lei le pecore nere, e sembrava riconoscerle e maggiormente le maltrattava. In modo particolare era presa di mira Angela, la bimba di dieci anni, buona e generosa con tutti, che chiese al Parroco di darle la Comunione ogni mattina. 

CHI SI CONVERTE DAL CESARISMO RIFORMATO-RIVOLUZIONARIO AL CATTOLICESIMO NEL MALTHUSIANESIMO CLASSICO SIN DALLO STATO PROTESTANTE ANGLICANO È DEFINITO: PAZZO -  La maestra, scioccata, fu ricoverata in manicomio, dove continuò a gridare: è venuto, è venuto!. A Padre Norbert non fu concesso di andare a visitarla, ma promise di pregare per lei durante la Santa Messa.

Angela, dopo la scuola, riprese la sua vita in famiglia ad aiutare la mamma. Questa è la storia che ha raccontato Padre Norbert ad una scrittrice, dicendole con un pizzico di ironia: Non so se lei crede alla mia storia e se sarà pubblicata. Però, come vedete, la scrittrice ha accettato.

Fontehttps://sites.google.com/site/mariadinazarethsemprebeata



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