Altra bellissima Croce in Cardito [Frazione di Vallerotonda]






   L'attività specifica dei Padri Passionisti, l'Ordine fondato da San Paolo della Croce e approvato da Papa Benedetto XIV nel 1741, è la predicazione itinerante delle Missioni alle popolazioni, secondo il mandato del fondatore: "Ci dedichiamo a fare memoria delle sofferenze di Gesù e a promuovere, nei cuori della gente, la vera spiritualità della passione".
  Il distintivo dei Passionisti è costituito dal cuore sormontato dalla croce con la scritta "JESU XPI PASSIO" (la Passione di Gesù Cristo). I due simboli dell'amore sono quindi uniti a formare un unicum: la passione umana (intesa come intenso amore rappresentata dal cuore) e la Passione di Cristo (rappresentata dalla croce, estremo atto d'amore).
   Riscontriamo anche 'sante missioni' (così venivano definiti questi cicli) tenute dai 'padri' di numerosi altri ordini religiosi: Oblati di Maria Vergine, Cappuccini, Domenicani, Redentoristi, Gesuiti, Missionari del Preziosissimo Sangue... Di ciò ne sono testimonianza le numerose lastre incise poste sui basamenti delle croci.
   Questi convegni di solito erano tenuti da due sacerdoti in una sorta di predica-spettacolo. Il primo predicatore impersonava il popolo, l'uomo quindi, con i suoi difetti, le sue miserie, le debolezze, i dubbi religiosi, la poca fede... e manifestava il tutto all'altro predicatore che, posto sul pulpito, rispondeva ad ogni argomento con parole tali da produrre ammirazione ed eccitazione negli astanti fino al punto da trasformare l'essere umano e convertire l'animo non solo del primo predicatore, ma dell'intera platea.
Spesso però c'era un solo missionario che predicava dal pulpito o dal palco montato apposta (addobbato con tappeti rossi, sedia e croce), sul quale camminava avanti e indietro.
  





 L'omelia era tenuta con estrema maestria, ricalcando il modo di predicare di S. Agostino, vero maestro della dialettica: nell'oratoria, nell'eloquenza e nella retorica.
La serata si svolgeva spesso in tre cicli composti da preghiera, breve funzione religiosa, predica e la breve pausa di riflessione (di riposo) durante la quale veniva effettuato il giro di questua; quindi partiva il secondo ciclo e infine il terzo. A concludere il tutto c'era il "Tantum Ergo" e la benedizione eucaristica.
   L'intera funzione verteva sulla vita di Gesù ed in particolare gli ultimi tre giorni: la passione, la morte e la resurrezione; la serata durava anche due ore e al termine il missionario andava in sagrestia ad ascoltare le confessioni.
   Ogni paese aveva le sue usanze circa la raccolta dei soldi, ma di solito le offerte versate in chiesa (quindi anche quelle raccolte durante le Sante Missioni) confluivano nella cassa comune per i bisogni della chiesa (dalle manutenzioni fino alla ricompensa che veniva data al predicatore), mentre per la raccolta dei fondi necessari alla realizzazione della Croce che veniva innalzata al termine di questi percorsi catecumenali (che potevano durare anche venti giorni) provvedeva la "compagnia" (del Santissimo, della Madonna, dell'Assunta....) oppure i mastri di festa del paese.
    Gli incaricati di queste istituzioni effettuavano la "cerca": ripetuti giri nel paese per ritirare le offerte; donazioni che potevano essere sia in denaro che in natura (grano, patate, uova, frutta, formaggi...) e che potevano essere anche di notevole valore poichè spesso erano effettuate a scopo votivo e destinate appunto alla realizzazione della Croce che, ovviamente, a seconda della raccolta effettuata poteva essere più o meno "ricca" di simboli e imponente.
   Le Croci di solito venivano issate sul piedistallo quadrangolare in muratura, con base e capitelli in pietra scolpita e avevano forma, dimensione e ricchezza di particolari, consoni a quella della Croce stessa.
   La Croce, la cui erezione era programmata per tempo, veniva benedetta l'ultimo giorno delle predicazioni dallo stesso Missionario e molto spesso il Vescovo concedeva l'indulgenza per la remissione dei peccati a chi avesse recitato la preghiera in sincero segno di contrizione davanti al simulacro. Sul piedistallo veniva posta la targa commemorativa, di solito in marmo, sulla quale era inciso il motivo della posa e le eventuali indulgenze concesse.





In quasi tutte le Croci Missionarie svettano
LA CANNA CON LA SPUGNA DI ACETO 
data sulle labbra arse di Gesù 
E LA LANCIA
con la quale, quasi accarezzando il santissimo costato, il legionario Longinosuo futuro Martire,
fece scaturirvi Sangue ed Acqua che lo guarirono dalla cecità fisica quanto da quella 
ancor più grave spirituale



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